Articoli

L’intervento di Marino Muratore al Convegno “Pagine aperte: letteratura senza frontiere per ragazze e ragazzi” organizzato il 23 novembre a Ventimiglia, nell’ambito di Scampia Storytelling – Festival delle Periferie 2023.

Non posso iniziare il mio intervento senza ringraziare tutte le persone che hanno contribuito alla realizzazione di questo convegno: l’Amministrazione  Comunale di Ventimiglia che ci ha accolto, la Caritas Intemelia che ci ha offerto questa bellissima sala per l’incontro e testimonierà il loro fondamentale impegno di volontari nella zona di frontiera con gli immigrati, l’”Associazione Libera” della Provincia di Imperia che ci racconterà come la mafia locale s’insinui in una situazione di grave emergenza al confine italiano, Fabienne Battaglia ed Emilie Mousselle insegnanti della circoscrizione di Mentone che ci racconteranno il loro impegno per l’inclusione degli alunni nelle scuole francesi e ci descriveranno la festa multiculturale di Beausoleil.

I nostri ringraziamenti vanno inoltre all’Istituto Comprensivo di Ventimiglia “G. Biancheri” per il coinvolgimento incredibile degli insegnanti e alunni che abbiamo incontrato stamattina: poi con il vicepreside Teodoro Panetta abbiamo condiviso percorsi e contenuti, sentendoci quasi ogni giorno in quest’ultimo mese.  L’istituto Comprensivo “Biancheri” è una vera scuola di frontiera che deve, come abbiamo visto oggi nelle classi che abbiamo incontrato, affrontare sfide di inclusione, integrazione culturale, una dura lotta per l’educazione alla legalità in un contesto dove le occasioni di devianza sono infinite.

Infine porgo una dichiarazione di gratitudine a ICWA che ha promosso il convegno e a Tiziana Bruno creatrice del progetto Scampia- Festival delle Periferie e a Roberto Morgese presidente ICWA: solo pochi minuti fa abbiamo ascoltato i loro saluti vocali.

La scelta da parte di Ventimiglia per il convegno di quest’anno non è casuale o semplicemente simbolica, nella sua essenza di cittadina di frontiera tra l’Italia e la Francia.

È una scelta che si pone in continuità con il Festival di Scampia ideato da Tiziana Bruno dieci anni fa. Ventimiglia è il luogo dove ogni giorno arrivano con il treno una media tra le duecento e trecento persone con sogni di realizzazione dei loro desideri oltre frontiera: sogni spesso infranti, sogni che si devono confrontare quasi sempre con rifiuti e allontanamenti.

Uomini e donne immigrati arrivano a Ventimiglia da vari paesi africani e asiatici nella speranza di trovare lavoro, raggiungere parenti e amici delle loro comunità di provenienza al di là della frontiera. È poi da tenere presente che il 25% degli immigrati a Ventimiglia sono minori senza permesso e che hanno attraversato a loro rischio il Mediterraneo o altre pericolose rotte di terra.  Minori e adulti, come detto prima, rifiutati e senza speranza. Raccapricciante è il dato che dal 2016 sono morte più di 40 persone (moliti dei quali minori) nel tentativo di passare la frontiera: folgorati dai treni, caduti sul passo della morte o nel passaggio via mare tra gli scogli.  In tale contesto, proprio come a Scampia, la scuola e le associazioni di volontariato giocano un ruolo fondamentale, una possibile ancora di salvezza, sostituendosi ai vuoti lasciati dalle istituzioni.

***

Il senso del mio intervento come autore avviene dopo che Marco Tomatis ha dimostrato e ben descritto come una certa letteratura italiana per l’infanzia abbia dato il suo infernale contributo per far crescere un razzismo, come ad esempio nelle tavole del Corriere dei Piccoli dal primo novecento fino al secondo dopoguerra. In sala ci sono molte ragazze e ragazzi e a loro che vorrei presentare, invece, alcuni autori classici che, “secondo me”, hanno invitato il lettore a superare pregiudizi.  Autori vissuti decenni fa ma che restano attuali anche nel mondo di oggi. Lo farò presentando molto velocemente alcune diapositive, citando quindi opere ed episodi della loro vita degli scrittori.

Inizio il percorso da Robert Louis Stevenson (1850-1894), un autore che non solo ci ha fatto innamorare dell’avventura, il viaggio, la navigazione, ma è stato fondamentale per il suo impegno, anche letterario, nella difesa dei diritti civili e la conservazione delle tradizioni dei popoli polinesiani, minacciate dai missionari cristiani e dai commercianti occidentali. Un bell’esempio d’impegno civile a tutto tondo verso i popoli con quali condivideva la vita quotidiana.

Un’altra autrice che è un riferimento per il superamento di barriere e confini è sicuramente Marie Louise Alcott (1832 – 1888) che ha lottato per i diritti delle donne, il suffragio universale e l’abolizione della schiavitù. Lo testimoniano le opere che ha scritto (che andrebbero rilette con occhi nuovi) e anche la sua vita .

Anche Rudyard Kipling (1865-1936), nato in India, ma che ha trascorso l’infanzia (1865-1936) in Inghilterra sognando ogni giorni i mondi incontaminati ed esotici della prima infanzia. Lui, nonostante fosse accusato di essere fautore dell’imperialismo occidentale, ha aperto a tutti noi lettori nuovi mondi e nuovi orizzonti grazie alle sue opere che sono una dichiarazione di amore verso una cultura lontana. Citare Kipling mi permette di parlare del punto di vista e del rovesciamento dell’esperienza, presentando il meraviglioso testo illustrato “Il libro della giungla a Londra” di Bhajju Shyam, nel quale l’autore percorre il viaggio al contrario rispetto a Kipling, un secolo dopo: dall’India all’Inghilterra con lo stesso stupore e meraviglia per un paese diverso da quello conosciuto nella giovinezza.

Autrice per me fondamentale nel nostro discorso è anche Astrid Lingren (1907-2002) con le sue lotte per i diritti delle donne e per l’abolizione delle pene corporali a scuola, sognatrice di un’educazione culturale giusta e senza pregiudizi. Lei oltre a Pippi Calzelunghe ha inventato un personaggio meraviglioso in Rasmus e il vagabondo, un libro che ci invita a superare le barriere della diversità e a valorizzare ogni esperienza umana.

Anche i libri di Leo Lionni (1910-1999) rappresentano un manifesto programmatico dell’inclusività senza barriere, il superare ogni confine per regalare dignità a ogni bambina e bambino. Non a caso gli albi “Piccolo blu e piccolo giallo” e “Pezzettino” hanno subito la folle censura da parte di un’amministrazione comunale italiana, complice una commissione per nulla illuminata che ha stilato una lista di prescrizione proibendo la lettura di alcuni libri nelle scuole. Un episodio triste di soli pochi anni fa.

Un altro autore che sicuramente ha regalato un grande contributo alla letteratura per ragazzi in Italia sul tema dell’integrazione culturale è il maestro Alberto Manzi (1924-1997). E l’ha fatto con i suoi romanzi che affrontano sempre importanti temi sociali, con il suo instancabile impegno per l’alfabetizzazione grazie al suo programma  televisivo “Non è mai troppo tardi” che ha permesso a milioni di italiani di imparare a leggere e scrivere. Un maestro che anonimamente partiva ogni estate, con l’incarico di volontario, per la foresta amazzonica con lo scopo di insegnare a leggere e scrivere agli indios: solo così avrebbero potuto difendere i propri diritti individuali e collettivi. Alberto Manzi ha rischiato più volte la vita in Amazzonia, minacciato e perseguitato dai poteri che volevano che gli indios non studiassero.  Meravigliosa testimonianza resta anche la sua trilogia letteraria ambientata in Sudamerica: i protagonisti dei suoi romanzi restano un esempio di inclusione nell’inclusione.

Tantissimi altri autori andrebbero ancora citati per giorni e giorni con le loro opere.  Bisogna sottolineare però che molti autori contemporanei italiani e stranieri affrontano con testi e illustrazioni meravigliose i temi dell’uguaglianza, dei diritti, del rispetto del diverso, dell’amore verso altre culture, l’importanza di superare i vecchi concetti nei confronti della disabilità, l’eguaglianza di genere, l’immigrazione, la denuncia della follia della guerra, il bullismo.  Con orgoglio posso dire che molti di questi autori importanti sono soci dell’associazione ICWA.

***

La ragazza metà bianca e metà nera - Marino MuratoreVorrei concludere raccontando in breve la mia ultima esperienza di autore ICWA che ha cercato di fornire un piccolo contributo nell’avvicinare culture diverse e dare qualche strumento per il superamento dei pregiudizi. L’anno scorso ho pubblicato un romanzo per ragazzi intitolato “La ragazza metà bianca e metà nera” ambientato in due villaggi della Costa d’Avorio. Volevo far conoscere ai ragazzi delle scuole medie la ricchezza di un paese dove vivono almeno 70 popoli diversi, con usanze e costumi che cambiano ogni cento chilometri e forse anche meno. La storia racconta di una ragazza italiana della vostra età che si trova a vivere la sua adolescenza, in seguito ad un incidente, in due diverse culture africane. Dopo la pubblicazione ho presentato il libro in scuole  private e pubbliche del Senegal e della Costa d’Avorio.  Le classi africane erano multiculturali e nei banchi gli alunni musulmani, animisti e cattolici erano seduti uno accanto all’altro. La mia attività è continuata facendo confronti tra i loro grandi autori: Senghor, Ousmane Sembene, Mariana Ba, la cara amica Veronique Tadjo.

La proposta che ho fatto poi è stato organizzare un gemellaggio con le classi dei licei e scuole secondarie di primo grado di Genova e Albenga che hanno lavorato sugli stessi testi e stimoli.  Sono così iniziati intensi scambi di mail, video, regali tra i tre diversi mondi.  In seguito a un mio percorso di scrittura creativa sui temi del viaggio, immigrazione, conoscenza delle differenti culture, i ragazzi hanno scritto tanti racconti sull’importanza della multiculturalità, accoglienza, l’integrazione e l’inclusione. Abbiamo così pubblicato un libro che è un piccolo esempio del superamento delle differenze per essere uniti oltre l’oceano.

Scarica qui il pdf dell’intervento.