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Homeschooling, fare scuola in famiglia

Una tradizione molto diffusa negli Stati Uniti, che, complice anche le incertezze del Covid, sta prendendo piede anche in Italia. Niente classi e docenti, ma i genitori che si fanno carico dell’istruzione dei figli a casa.
di Viviana Hutter
HOMESCHOOLING: RIVOLUZIONE DISSIDENTE O SCELTA CONSAPEVOLE?
Prima di intraprendere la “strada meno battuta”, come scriveva il poeta Robert Frost, mi sono fatta (per anni) tantissime domande. Non volevo fosse solo una scelta per andare contro un sistema che in generale non apprezzo più, ma volevo essere consapevole e pronta ad affrontare un’avventura mica semplice. Educare (da educere, tirare fuori) è uno dei compiti più complessi, difficili, pieni di rogne, se vogliamo dirla tutta, ma anche pieni di enormi, immense e meravigliose soddisfazioni. Se questo compito, poi, è svolto da un genitore nei confronti di un figlio, tutto questo diventa ancora più impegnativo – nonché complicato – perché non è certo facile assumere con serenità ruoli diversi, come quello di mamma e maestra, nel giro di poche ore. È inevitabile che si confondano e che il bambino possa facilmente approfittarne (e che la mamma in questione possa perdere la pazienza e possa minacciare di offrire broccoli a pranzo se l’alunno/figlio non dimostri impegno e costanza nello svolgimento dei compiti…).

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Sul perché continuare a fare Memoria nella scuola ci salva

di Daniela Palumbo, autrice di quattro libri per ragazzi sulla shoah:Le valigie di Auschwitz, A un passo da un mondo perfetto, Il cuore coraggioso di Irena, Fino a quando la mia stella brillerà, Scolpitelo nel vostro cuore. Dal Binario 21 ad Auschwitz e ritorno: un viaggio nella memoria (questi ultimi due con Liliana Segre.
Ho aderito alla Carta della Memoria, della Fondazione Gariwo. Chi vuole può leggerla (ed eventualmente aderire a sua volta) qui https://it.gariwo.net/carte-di-gariwo/carta-della-memoria/
Gabriele Nissim – presidente di Gariwo e promotore dei Giardini dei Giusti nel mondo – ha enunciato la Carta per identificare e collocare la responsabilità della Memoria nel nostro tempo.
Ho aderito perché credo che il documento colga (e accolga) alcuni aspetti fondanti del rapporto fra Memoria e Tempo presente, stabilendo una rinnovata interdipendenza fra le due narrazioni. Una connessione che era urgente, oggi, identificare e orientare.
 
La Memoria abita la scuola? Come?
Il documento di Gariwo prende forma a partire dalle riflessioni dello storico israeliano Yehuda Bauer, secondo il quale, si legge nella Carta: “La Shoah è il genocidio paradigmatico del Novecento, un male estremo che ci permette di cogliere il punto più terribile dove può arrivare la distruzione dell’umanità sul nostro pianeta”.
“Bauer considera – scrive Nissim nel documento – che lo studio e la memoria della Shoah siano una lente di ingrandimento che ci permette di cogliere la genesi del male in ogni situazione”.
Non sono una storica, come lo è lo stesso Nissim, sono un’autrice. E posso parlare solo di ciò di cui ho contezza: la semina di Memoria all’interno della scuola, attraverso la letteratura per l’infanzia e l’adolescenza.
La scuola resta uno dei luoghi dove abita la Memoria. Molto più che in altri segmenti della società. Essa è un serbatoio importante di Memoria, grazie anche alle parole tessute per narrare i fatti che costituiscono la Shoah, ai bambini alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze. Per questo dobbiamo incessantemente chiederci come e perché continuare a testimoniare la Memoria in ambito educativo.
La scuola, proprio perché abitata dalle nuove generazioni, è anche la comunità dove le trasformazioni della società si annunciano con anticipo rispetto ad altri contesti.
Un passaggio epocale che può cambiare la narrazione del mondo.

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Lavoro intellettuale e scrittura: perché è giusto retribuirli per non sminuirne il valore

Il Ministero dei Trasporti ha pubblicato un bando per individuare un autore pluritradotto e con un brand di spessore che doni a titolo gratuito un racconto rivolto ai bambini sulla sicurezza stradale. Per ICWA è solo l’ennesimo segno di svilimento degli autori: scrivere è una professione e come tale deve essere retribuita.
Il 28 dicembre 2020 il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) della Repubblica Italiana ha pubblicato un “Avviso pubblico per la raccolta di manifestazioni di interesse per un progetto di sensibilizzazione dei più giovani sul tema della sicurezza stradale”.

L’obiettivo è sensibilizzare i più giovani e, in particolare, i bambini tra i 7 e i 12 anni, riguardo all’importanza della sicurezza stradale e della riduzione del 50% del numero di incidenti e vittime entro il 2030, arrivando così, nel 2050, all’obiettivo, auspicato dall’Unione europea, di zero morti sulle strade.Creare insomma cultura della sicurezza stradale. Sicuramente un progetto necessario e meritorio nelle intenzioni. C’è un grande ma. Il MIT, infatti, è alla ricerca di un racconto inedito sul tema, destinato appunto a bambini e ragazzi tra i 7 e i 12 anni, per realizzarne, presumibilmente, un libretto o un opuscolo da diffondere nelle scuole italiane.
E, giustamente, il MIT desidera che il testo sia di qualità, per cui l’Autore che si candidasse deve avere i seguenti requisiti (da dichiarare espressamente): a. aver già scritto libri destinati ad una fascia di età compresa tra 7 e 12 anni; b. avere una presenza internazionale, avendo venduto libri di cui al precedente punto a. in almeno 10 nazioni nel mondo; c. aver pubblicato libri di cui al precedente punto a. in diverse lingue; d. avere un brand riconosciuto e già affermato.
Insomma, il Ministero sta cercando un Autore (o Autrice) con la A maiuscola, non un esordiente in attesa della giusta occasione per mettersi alla prova. Addirittura si richiede di essere pluritradotti all’estero (e sappiamo bene quanto sia difficile essere esportati per un italiano): essere presenti con i propri libri in almeno 10 nazioni nel mondo vuol dire essere davvero sul podio della letteratura per ragazzi italiana contemporanea. E sottolineare la necessità di avere un “brand” riconosciuto fa pensare che il MIT voglia in qualche modo “sfruttare” una visibilità già esistente per promuovere il progetto. E non ci sarebbe nulla di male, se non fosse per un piccolo dettaglio.Citiamo il testo dell’avviso pubblico: è rivolto a tutti gli Autori di libri destinati ad una fascia di età compresa tra 7 e 12 anni, che siano disposti a cedere al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, a titolo gratuito, il complesso dei diritti di sfruttamento di un racconto inedito occorrenti alla stampa, pubblicazione, anche nella modalità e-book, in lingua italiana e nel territorio italiano, nonché sui canali digitali.

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Icwa all’università: Petit, Degl’innocenti e Del Gobbo davanti ai 200 studenti di Sassari

di Cristina Petit

L’11 dicembre 2020 Fulvia Degl’ Innocenti, Luigina Del Gobbo e Cristina Petit hanno contribuito alla lezione on line organizzata dal professor Fabio Pruneri, docente di letteratura per l’infanzia presso la Facoltà di Scienza dell’’Educazione di Sassari.
Il seminario era riconosciuto per gli studenti come un tirocinio teorico.
L’incontro si è aperto con l’intervento del professor Sani circa i generi della letteratura per l’infanzia e le loro specificità.
In seguito ha parlato Fulvia Degl’Innocenti raccontando esaurientemente l’organizzazione, la funzione, la missione di ICWA sul territorio nazionale. Ha poi condiviso qual è stato il suo percorso per diventare scrittrice e il suo lavoro in concreto.

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Icwa all’università: un ponte con gli studenti di Salerno

di Rosa Tiziana Bruno

Nell’ambito dell’iniziativa “ICWA incontra l’Università” ancora una volta abbiamo avuto l’opportunità di entrare in un’aula universitaria per una lectio sulla letteratura giovanile.
La presidente di ICWA Fulvia Degl’Innocenti e la scrittrice Rosa Tiziana Bruno hanno avuto il piacere di incontrare gli studenti del corso di “Letteratura per l’infanzia” tenuto dal prof. Leonardo Acone, presso la facoltà di Scienza della Formazione dell’Università degli Studi di Salerno. L’occasione dell’incontro, svoltosi il 27 novembre 2020, ha permesso alla Presidente di presentare l’associazione agli studenti. Per i futuri insegnanti è importante sapere che gli scrittori per ragazzi sono una comunità con un sentire comune e che ha tra i suoi obiettivi principali quello di interfacciarsi con il mondo della scuola e promuovere i progetti di educazione alla lettura.

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Icwa all’università di Modena Reggio Emilia

Cari studenti, vi spiego come insegnare il piacere della lettura
di Carolina d’Angelo

Grazie all’impegno di ICWA di “alimentare sinergie positive e di scambio con la scuola, e sensibilizzare i docenti, offrendo spunti operativi per lavorare in modo accattivante attorno ai libri” come recita la Carta dei Valori, firmata da gli oltre 100 soci, lunedì 16 novembre ho avuto il piacere di incontrare via Meet gli studenti del prof. Stefano Calabrese della Facoltà di Educazione e Scienze Umane, di UniMORE – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.L’obiettivo dell’incontro è stato quello di ispirare gli studenti, futuri educatori e insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria, a insegnare la lettura attraverso i libri, e cioè a insegnare IL PIACERE DELLA LETTURA.Per fare ciò ho mostrato loro l’OGGETTO LIBRO e come questo è progettato da noi scrittori.Ho posto a confronto, dunque, due delle mie ultime uscite: “La giungla di Tommy”, albo illustrato edito da Camelozampa, e “Il mostro sul pigiama”, prima lettura edita da Il Castoro. 

Ho sottolineato gli aspetti contenutistici come le tematiche che i libri affrontano, il target di età a cui si rivolgono, i significati molteplici sottintesi nel testo. E ho analizzato gli aspetti stilistici come lo studio della copertina, il rapporto testo e illustrazioni, l’impaginazione e la scelta del font. Tentando di spiegare a chi non è, propriamente, del settore la ricchezza e l’unicità del libro rivolto all’infanzia e le figure professionali che, oltre allo scrittore, collaborano alla sua messa in stampa.

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L’Atlante di Save the Children e i no alla violenza sulle ragazze

Vichi De Marchi(Scrittrice e curatrice dell’Atlante dell’Infanzia a rischio “Con gli occhi delle bambine” di Save the Children)
La Giornata internazionale contro la violenza verso le donne, che le Nazioni Unite celebrano il 25 novembre, ci ricorda quanto il fenomeno sia diffuso e da combattere. Nel pieno della pandemia da Covid -19, la scorsa primavera, il Segretario generale delle Nazioni Unite aveva lanciato l’allarme: nel chiuso delle case si stavano consumando molte più violenze.Anche in Italia i dati su donne e minori raccontano di una vera e propria emergenza che, tuttavia, sfugge in parte alla statistica.
Secondo le stime ISTAT, basate su interviste a campione condotte su tutto il territorio nazionale, in Italia 6 milioni 788 mila donne avrebbero subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Si tratta del 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni, dato più o meno confermato anche a livello europeo.Quasi sempre i reati più gravi sono commessi dai partner attuali ma ancor più dagli ex.

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SCAMPIA STORYTELLING – EDIZIONE 2020

SCAMPIA STORYTELLING RITORNA anche quest’anno, nonostante le difficoltà dovute all’emergenza sanitaria
Venerdì 4 DICEMBRE 2020
Il 4 dicembre 2020 si apre a Napoli la settima edizione di “Scampia Storytelling”, il progetto di ICWA (Italian Children’s Writer Association) nato nel 2014 e curato da Rosa Tiziana Bruno per raccontare storie, creare festa attorno al mondo dei libri e dare voce a una delle più problematiche periferie d’Italia: Scampia. Dal novembre 2014 Scampia è diventata infatti un’officina di narrazione, un posto dove le storie arrivano, da vicino e da lontano, per farsi raccontare. Una maratona di lettura, e che dallo scorso anno viaggiare arrivando anche nelle periferie lombarde, con l’obiettivo di espandersi sempre più.
In Lombardia l’appuntamento con Scampia Storytelling è previsto nella periferia di Milano, presso l’Istituto Comprensivo “Sorelle Agazzi”, plessi scuola primaria di via Gabbro e piazza Gasparri, e nella periferia di Varese, presso l’Istituto Comprensivo Varese 1 – Scuola IV Novembre sempre venerdì 4 dicembre.

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Giornata mondiale dei Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza

Più letture e libri ai bambini per accrescere le loro potenzialità e il loro benessere.
In occasione del 20 novembre, una riflessione su l’importanza della lettura ad alta voce, del diritto dei bambini a poter accedere a strumenti culturali, e su come le scrittrici e gli scrittori di Icwa hanno messo a suoco il loro ruolo nella Carta dei Valori.
POVERTÀ EDUCATIVA, LETTURA E IMMAGINARI D’INFANZIALa carta dei valori ICWA dalla parte dei bambini
di Cristina Bartoli
Il 20 novembre si celebra la Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Nell’ultimo rapporto Unicef “Osservazioni conclusive 2019 al quinto e sesto rapporto periodico dell’Italia”, emerge anche nel nostro paese un quadro preoccupante di povertà educativa, aggravata dai tagli dovuti alle perduranti crisi economiche. Il problema riguarda soprattutto l’allocazione delle risorse, sempre più scarse, destinate all’educazione e al miglioramento della vita dei bambini. La situazione è sensibilmente peggiorata a seguito della pandemia che dura da quasi un anno. In occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza Unicef ha appena pubblicato un nuovo rapporto “Averting a Lost COVID Generation” (“Evitare una generazione perduta a causa del COVID”) delineando per la prima volta, in modo esauriente, le disastrose e crescenti conseguenze per i bambini causate dall’avanzare della pandemia. Attraverso sondaggi condotti in 140 paesi, il rapporto rileva che: circa un terzo dei paesi analizzati ha registrato un calo di almeno il 10% nella copertura di servizi sanitari come le vaccinazioni di routine, l’assistenza ambulatoriale per le malattie infettive pediatriche e i servizi sanitari per le madri. La paura del contagio è una delle ragioni principali. A novembre 2020, 572 milioni di studenti nel mondo sono colpiti dalla chiusura delle scuole a livello nazionale in 30 Paesi – il 33% degli studenti iscritti in tutto il mondo. Si stima che nell’arco di 12 mesi potrebbero verificarsi 2 milioni di morti di bambini in più e 200.000 bambini nati morti in più, a causa delle gravi interruzioni dei servizi e dell’aumento della malnutrizione. Altri 6-7 milioni di bambini sotto i 5 anni potrebbero soffrire di malnutrizione acuta nel 2020, un aumento del 14% che si tradurrà in più di 10.000 morti di bambini al mese – per lo più in Africa subsahariana e in Asia meridionale.

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