Gianni Rodari, un autore “fantastico”
IMMAGINARI DI LIBERTÀ. GIANNI RODARI E IL DIRITTO DEI BAMBINI ALLA CREATIVITÀ
di Cristina Bartoli
A 100 dalla nascita di Gianni Rodari, tanti sono gli articoli, gli incontri, i convegni a lui dedicati. Molto si è scritto su questo grande intellettuale, scrittore, maestro, giornalista impegnato, un uomo che ha attraversato varie fasi della vita che hanno contribuito a renderlo ciò che conosciamo oggi. Un uomo, che ha avuto momenti di particolare impegno politico, momenti di delusione e crisi personale, un uomo che sapeva leggere la società.
Il Rodari giornalista, “l’altro Rodari”[1], si rivolgeva a pubblici diversi, intellettuali, genitori, adulti, politici, ma sempre con un messaggio comune, teso verso la ricerca di una nuova umanità, aperta al progresso, alla creatività, alla lotta verso le ingiustizie e i soprusi, alla ricerca della pace e dei valori umani più alti. Di questo vorremmo parlare oggi, della sua grande attenzione alla dimensione umana, al rispetto profondo che egli aveva per l’infanzia e la produzione di significato dei bambini, “una vita dedicata al giornalismo, quella di Rodari, e Rodari, attraverso questa esperienza, coltiva e sviluppa la sua curiosità intellettuale, sociale, umana”[2]. Rodari giornalista diventato scrittore per l’infanzia quasi per caso, come sottolineò Argilli[3], ebbe i suoi primi successi proprio dalla carta stampata, un collage di pezzi giornalistici, a iniziare dalle filastrocche pubblicate su “l’Unità” e su “Vie Nuove” che dettero vita al primo “libretto”, Il libro delle filastrocche (1950), nato da un’idea di Dina Rinaldi che diresse con lui Il Pioniere. Dal settimanale, nacque anche il personaggio di Cipollino all’origine di una delle sue opere più famose (Il romanzo di Cipollino 1951) [4] .