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Nicoletta Bortolotti parla di scrittura per ragazzi. Qual è la sfida più ardua? Come trovare la propria voce? E cosa è necessario tenere presente quando ci si rivolge a lettori e lettrici?

Scrittura per adulti e scrittura per ragazzi si sono sempre affiancate nel percorso creativo come affluenti di un medesimo bacino idrico, quella sorta di “acqua primordiale” da cui nascono le storie. L’una trae nutrimento dall’altra. La sfida più ardua dello scrivere per ragazzi, prima ancora che sul versante della costruzione narrativa, della tessitura di una trama e di un intreccio, si gioca sull’accordo della voce narrante.

L’operazione non differisce molto, infatti, dall’accordare uno strumento musicale. Nei laboratori di scrittura si suggerisce ai ragazzi e agli insegnanti di non avventurarsi nell’elaborazione di complesse schede di personaggi, per creare protagonisti, eroi o anti-eroi credibili. Ma di camminare a lungo insieme a loro, di lasciarli sedimentare nel tempo e nello spazio, per renderceli intimi.

Solo se li avremo conosciuti intimamente potremo tentare di dar loro una voce.

Scrivere è un atto molto più fisico, pratico, di quel che si pensi, coinvolge il corpo, e camminare con i passi sulla strada e la mente nella storia è già un modo di narrare. Il tono che caratterizza ciascuno di noi viene da lontano, dall’infanzia e dall’adolescenza, quando i nostri genitori, zii, nonni ci raccontavano una favola. O dagli scrittori che abbiamo amato. Viene da quell’antico “C’era una volta” ed è innanzitutto un fatto di orecchio, cuore e rapporto umano. Affina il sesto senso della scrittura che è l’empatia.

Per trovare la propria voce è importante non essere pigri, non accontentarsi della prima idea o verbo o aggettivo o similitudine che la risacca dell’immaginario condiviso trascina fino a noi, fa affiorare subito; meglio invece percorrere come un atleta quei cento metri in più che portano al traguardo.

A tra-guardare. Guardare oltre. Scrivere per ragazzi significa calarsi in una miniera buia e un po’ spaventosa, scavare nella spazzatura del banale e, poiché lo stile è essenzialmente uno sguardo sul mondo, attingere a una voce narrante bambina vuol dire scendere in quella tenebra per estrarre lo sguardo marginale dei bambini.

Da una tenda appena socchiusa spiano gli adulti passare sul palcoscenico della storia, cogliendo con quella loro caratteristica distrazione che è la più profonda forma di concentrazione, con il pensiero laterale, dettagli e verità celate ai protagonisti. Sul limitare del bagnasciuga osservano gli adulti navigare, mentre loro, creature di due mondi e piccoli demiurghi “giocano” a impastare mare e terra. Lo sguardo dell’infanzia non solo trasfigura il mondo, ma ogni volta che si posa sul mondo lo ricrea. E ne intravede la filigrana nascosta.

La letteratura per ragazzi è un sismografo sensibile a misurare i moti tellurici che si agitano sotto la crosta sociale, che la plasmano e la sovvertono.

Non parla di politica, ma intuisce le rivoluzioni prima della politica, così come la fantascienza anticipa le intuizioni della scienza. Quali personaggi furono tra i più rivoluzionari se non Pippi Calzelunghe o Pinocchio?

La letteratura per ragazzi nella repubblica della letteratura per adulti sarà sempre un partito d’opposizione. La spina nel fianco.

E narrare favole potrebbe essere il modo più realistico di narrare. I giovani, per quanto oggi assediati dal digitale, sono lettori profondi e severi. Non perdonano il luogo comune, che non è un luogo condiviso e comunitario, ma è un non-luogo. Non perdonano chi devia dal cuore della storia. Che cosa amano? La trasparenza del lessico tesa alla leggerezza calviniana; il suggerimento di Hemingway: “Tutto quello che devi fare è scrivere una frase vera. Scrivi la frase più vera che sai”. E i sogni. Che con le loro immagini drammatiche, colpi di scena, inseguiti e inseguitori, nonché simboli del Mostro, del Mago, della Matrigna, della Principessa, della Paura, del Vuoto, dell’Acqua… sono i migliori maestri di scrittura.

*Articolo di Nicoletta Bortolotti, inserito nel libro “Scrivere per ragazzi” di Alessandra Berello, Editrice Bibliografica, Milano 2020