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Un padre e una figlia adolescente leggono lo stesso romanzo. In questo caso si tratta di “Cris” di Manuela Salvi (Fandango). Ecco le loro impressioni.

Ho divorato  Cris. Preciso: Cris il libro, di Manuela Salvi, ed. Fandango collana Weird Young, appena uscito. È un libro per Young Adult che merita riflessioni circostanziate. Anzi, merita e basta: leggetelo. Fine.

Potevo cavarmela così. Però vale davvero la pena spiegare perché Cris sia una buona lettura. E ritenendo la mia voce insufficiente allo scopo, ho pensato di imitare Michele Monina (quel giornalista che commenta Sanremo scrivendo pagelle in parallelo con la figlia) ed ho passato il volume a mia figlia diciottenne Rachi (Rachele): ecco di seguito i nostri commenti.

*Riccardo*
“Devo essere scemo!” ho pensato leggendo pagina 49 di Cris. La copertina riproduce un personaggio che ricorda Gary Oldman ne “Il quinto elemento”, quindi un cattivo, quindi il sospetto che il libro parlasse di un “ragazzo ribelle”, e che fosse tutta lì la novità, c’era già: alé, bum, senza nemmeno aver letto una riga. Perché adesso van di moda libri così, dove la “ribellione” del protagonista, femmina, dopo varie vicissitudini traguarda necessariamente in un successo planetario. Trattasi quindi di esercizi narcisistici, mistificazioni, dove il termine “ribelle” etichetta qualcosa in realtà del tutto organico al sistema.

Cris il protagonista, invece, è un giovanotto che ha già tutto dalla vita: è bello, intelligente, ha voti ottimi ed è stato ammesso all’Università. Ha una famiglia solida, benestante. Non ha nessun problema. In occasione del viaggio verso un luogo di vacanza, deciso come sempre dalla madre (il padre, più che modernamente pallido, è ectoplasmatico), si ritrova a far tappa in un Autogrill a ponte sull’autostrada. Lì la madre insiste perché vada al bagno nonostante lui non ne abbia bisogno, e scatta la ribellione. Cris si accorge che la sua vita è come un film la cui sceneggiatura è scritta dagli altri. Il suo benessere, i suoi stessi successi, sono in realtà pagati a caro prezzo con la totale alienazione della libertà. Decide così di scendere dall’altra parte dell’Autogrill, nella direzione di marcia che va verso il mare. Si sbarazza del cellulare per non essere rintracciabile, come ha visto fare in tanti film. E si ritrova a Riccione, senza un soldo, senza un posto dove andare, senza amici, per la prima volta totalmente padrone di sé stesso: quasi per caso, ma subito consapevole, comincia a costruirsi una nuova identità. Per mantenersi il ragazzo dovrà “arrangiarsi”, finirà per sperimentare l’alcool, amicizie equivoche e vivrà episodi sessuali trasgressivi. No, Cris non è un “ragazzo ribelle” nel senso che si diceva sopra. La sua storia è descritta come se fosse un reality, come se un drone seguisse il protagonista passo passo. Questo realismo rende Cris un personaggio straordinariamente vivo, tridimensionale, e assieme a lui i personaggi minori e gli ambienti vengono tratteggiati con efficacia. La sua è una ribellione vera, con una ben precisa contabilità dare-avere, un percorso di crescita non omologato.

Dicevamo di pagina 49. Un qualche americano ha sostenuto che per capire se un libro ci può piacere bisogna leggere pagina 49 (ogni volta che viene ripetuta ‘sta cosa, nel mondo quarantanove editor di quarte di copertina si danno all’ippica). In realtà io ci sono arrivato per caso, a pag.49, perché ho trascorso le prime 48 pagine a immaginare altrettanti modi di prendere a ceffoni il Cris. Ma, sia chiaro, schiaffi seri, smatafloni bolognesi col ciocco, paccaruni seriali napoletani, di quelli da ribaltarlo col giro, testa piedi testa e daccapo. Perché a un genitore certe cose proprio non gliele puoi far leggere. Lo fai stare male. Tutta colpa di Cris.

Cris è un ragazzotto viziato, con attitudine alle scelte isteriche, e manco troppo intelligente: un pollo.

Parliamoci chiaro: a Riccione combina più o meno quello che avrebbe comunque combinato durante l’Erasmus, ma senza soldi e senza la scusa della barriera linguistica (pollo!). L’esperienza lavorativa l’avrebbe comunque fatta, per via di un tirocinio all’Università, con maggiori tutele giuslavoristiche (pollo!), o magari d’estate, per accompagnare la morosa a fare esperienza in una fattoria bio, maturando anche qualche punto di anzianità pensionistica (bio-pollo!). Ah, questi terribili genitori che gli avrebbero dato tutto ciò: mondo crudele!

Poi nel lettore il cuore del papà prende il sopravvento, e fra gli smatafloni si fa strada una sorprendente empatia per il protagonista. Per questo dicevo di sentirmi scemo. Perché pian piano ho fatto il tifo per Cris – che è come per un topolino fare il tifo per il serpente – perché superi i problemi e, soprattutto, decida di continuare a “scrivere” la propria vita in libertà. Ma, attenzione: questa cosa resta possibile solo recidendo i legami con tutte le persone che ci sono vicine, e nel libro ciò emerge forte e chiaro. Il tono dell’autrice può essere percepito come leggero e scanzonato, il che rende la lettura piacevolissima, ma di materiale per fare qualche seria riflessione ce n’è a piene mani, sia per noi che per i nostri ragazzi. Nel romanzo sono affrontati anche temi inusuali per la maggior parte dei volumi Young Adult, ma penso di poter rassicurare genitori ansiosi e lettori scrupolosi: non c’è nessun voyerismo o compiacimento, ma troverete la volontà encomiabile di mettere il lettore di fronte alla realtà lasciandogli poi la libertà di prendere posizione nei confronti della medesima. Visti i tempi, una gran cosa.

*Rachi*
“Ma tu sei scemo!” ho detto a mio padre quando mi ha chiesto di leggere Cris. Non ho mai letto nulla di suo, neanche quella volta che è andato di nascosto in copisteria, ha stampato dei suoi racconti e mi ha dato la carta perché ci facessi le brutte copie, nella speranza che per sbaglio leggessi qualcosa. Figuriamoci se leggo su suo consiglio il libro di qualcun altro.

Ma in copertina c’è il ritratto di un ragazzo super-bello, e assieme inquietante, tipo Dorian Gray, che mi ha intrigata, per cui alla fine ho accettato. Cris, il protagonista del libro, decide di tagliare i ponti con i genitori e muoversi in totale libertà. Fugge, si libera del cellulare e si ritroverà nella Riccione delle vacanze estive, colorata e accogliente, alla quale lui si approccerà da un punto di vista nuovo per noi lettori, nei suoi aspetti più umili, come se la guardasse a livello marciapiede dalle finestre a feritoia del seminterrato dove vive una sua amica. Disconnesso dalla sua realtà familiare, Cris si ritrova a vivere una avventura che lo porterà a conoscere il sesso, l’amore in varie combinazioni, e a raggiungere un equilibrio magari precario, ma che gli appartiene al 100%. Sì, è un romanzo di formazione, ma non enfatico né tragico. È una avventura agrodolce, alla fine tanto romantica, ricca di personaggi secondari che sbocciano con naturalezza, cameo troppo forti – NDP: nel senso di “parecchio belli” – nella loro caratterizzazione.

Una cosa nuova di questo libro è l’attenzione – a 360 gradi- alla fisicità. Non solo c’è una continua attenzione alle sensazioni che prova Cris (fame, sete, odori…), ma anche ai bisogni fisici, e alla dimensione sessuale. Sotto questo aspetto mi ha colpita l’attenzione al corpo di Cris, cosa nuova perché negli altri libri per Young Adult si parla sì di corpi femminili, ma mai di corpi maschili.

Anche il modo di rappresentare gli adulti è degno di nota: si va dalla famiglia normativa agli “adulti fuori controllo” che popolano la discoteca Mon Chéri.

L’unica cosa un po’ triste è che alla fine Cris non si mette assieme alla sua amica Lori o, meglio, la cosa gli riesce solo al 50%. E quando leggendo le ultime pagine ho pianto, ho pensato che fosse un po’ anche per quello: tutta colpa di Cris.

P.S. Nessuna figlia è stata maltrattata durante la redazione di queste recensioni. Nemmeno prima e neanche dopo, a dir la verità.
P.P. S. Rachi non esiste. Non ho nessuna figlia di nome Rachele (che io sappia). Mia figlia quella vera si chiama in modo diverso, ha pochi anni in più e scrive decisamente meglio di Rachi. Comunque, Cris lo sta leggendo e le piace.

Cris, Manuela Salvi, ed. Fandango, collana Weird Young, 2022, ISBN978-88-6044-815-6
Questo articolo è tratto dal blog di Riccardo Medici: https://riccardomedici.net/2022/04/03/padre-e-figlia-ce-lhanno-con-cris/