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L’intervento di Pier Luigi Coda al convegno “Pagine aperte: letteratura senza frontiere per ragazze e ragazzi” organizzato il 23 novembre a Ventimiglia, nell’ambito di Scampia Storytelling – Festival delle Periferie 2023.
Come sappiamo, nell’antica Grecia e, in particolare in Atene, la politica di cittadinanza era molto
restrittiva e riservata solo a chi avesse genitori ateniesi, come prescriveva l’editto di Pericle del V
secolo a.C., il corpo civico era praticamente blindato e non permetteva di integrare persone o gruppi
di origine diversa.

Completamente opposta, di contro, la politica dell’antica Roma dove l’integrazione dello straniero
era considerata un valore aggiunto. L’imperatore Claudio che fu anche uno storico attento e
raffinato annotava: “Atene e Sparta sono andate in rovina, nonostante la loro potenza militare, per il
fatto di considerare i vinti alla stregua di stranieri e di cacciarli come se fossero gente di razza
diversa. Invece il nostro fondatore Romolo fu così saggio che più e più volte, nello stesso giorno,
considerò gli stessi popoli prima nemici e poi concittadini». Accoglienza e inclusione avevano
guidato la politica romana nei confronti degli stranieri ed erano all’origine della grandezza e del
successo della città.

Ma per riferirci al concetto di inclusione in tempi più vicini vediamo come la intendevano i due
autori classici per eccellenza Dante Alighieri e William Shakespeare che fanno parte della mia
passione e del mio interesse letterario e di cui ho scritto in alcuni dei miei lavori per ragazzi.
Per Dante il rapporto con lo “straniero” è piuttosto curioso: da un lato attribuisce il declino di
Firenze all’arrivo in città del popolo rozzo e villano del contado; ma dall’altro, tutta la sua vita di
esiliato è un chiaro esempio della condizione dello straniero; delle umiliazioni subite, degli scherni,
delle amarezze di chi girovaga di qua e di là per trovare un approdo. Famosa è la profezia di
Cacciaguida nel canto XVII del Paradiso: “Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui e come è
duro calle lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale”. C’è poco da aggiungere o da commentare.
Sorprenderà, invece, ritrovare in Shakespeare, parole di sentita partecipazione. Nel dramma
Tommaso Moro, (a Shakespeare certamente attribuito), ambientato agli inizi del ‘500, si fa
riferimento alla grande rivolta scoppiata a Londra contro gli stranieri, accusati di portar via il lavoro
ai londinesi. Per inciso la maggioranza degli stranieri proveniva dal nord Italia. Nel dramma la folla
inferocita chiede di cacciare via gli stranieri e Tommaso Moro interviene dicendo: “Immaginate di
essere stranieri derelitti, coi bambini in spalla, e i poveri bagagli, arrancare verso i porti e le coste in
cerca di trasporto, dov’è che andreste? In Francia, in Spagna? Vi piacerebbe allora trovare una
nazione d’indole così barbara che, in un’esplosione di violenza e di odio, non vi conceda un posto
sulla terra, affili i suoi detestabili coltelli contro le vostre gole, vi scacciasse come cani, quasi non
foste figli e opera di Dio? Questo è ciò che provano gli stranieri. Questa è la vostra disumanità
grande quanto una montagna”.

Se pensiamo a Macbeth, a Riccardo Terzo, a Re Lear. forse uno Shakespeare così non ce lo
saremmo aspettati.

Per quanto mi riguarda, nei miei racconti ho sempre parlato di inclusione, da oltre vent’anni, con
Pesci Rossi, Pesci Azzurri e con L’albero dei limoni che ho presentato stamane ai ragazzi della
scuola. Ma per me inclusione è una parola da vivere a 360 gradi non solo inclusione dello straniero
ma anche inclusione dei disabili, degli emarginati sociali, di coloro che perdono il posto di lavoro,
dei vagabondi che si trascinano dentro una vita di sconfitte, di inclusione nel campo dello sport È
terribile l’esclusione e l’emarginazione di un adolescente o di una adolescente da una squadra
sportiva; si creano frustrazioni e amarezze che stravolgono la serenità del vivere. E poi ancora
l’esclusione o la non accettazione di un ragazzo o di una ragazza nelle scuole, il mobbing, le
violenze verbali e, infine, inclusione come rispetto della natura e dell’ambiente.

Tutti questi temi e queste casistiche li ho voluti affrontare nei miei racconti per ragazzi per
coinvolgerli, sensibilizzarli, parlarne nelle scuole, aiutarli a crescere e a diventare gli uomini e le
donne di un domani migliore.

Scarica qui il pdf dell’intervento.