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Scritto da Rosa Cambara e illustrato da Ilaria Zanellato, è un libro che punta dritto al cuore del lettore. Una lettura fresca e di grande contenuto, in grado di offrire spunti di riflessioni tra bambini e adulti.

Il bambino con le scarpe rotte • Edizioni Gruppo AbeleSoffermandoci  sulla prima splendida illustrazione, vediamo subito concretizzarsi la paura del protagonista che non riesce a prendere sonno. I suoi occhi sono sbarrati e il bambino cerca con il lenzuolo di proteggersi da risate ironiche che lui percepisce ininterrottamente, come se fossero zanzare fastidiose. Loro svolazzano e ronzano senza pausa attorno a lui, anche quando il bambino va a scuola, camminando con le scarpe rotte, che sono d’intralcio ad ogni passo, tanto da rischiare di finire all’aria.

Il protagonista della storia si presenta nel pieno della sua fragilità ai compagni di scuola, che lo prendono in giro dimenticando il suo vero nome. Già… lui è quello dalla scarpe rotte e l’importante è fissarlo con occhi di disgusto per poi scansarlo.

E noi lettori rimaniamo in attesa, con il cuore sospeso, sperando che succeda qualcosa in difesa del poverino, colpevole solo di non essere vestito come gli altri.

La paura non esce dal suo cuore, nemmeno quando tenta goffamente di calmare le prese in giro. Il bambino continua a sentirsi piccolo, molle e vede gli altri alti come giganti.

Se ognuno di noi tentasse di tornare indietro nel tempo, potrebbe magari riaffiorare alla mente quel momento della nostra vita, oppure quella brutta giornata in cui abbiamo vissuto un disagio attribuito a un qualcosa di sbagliato che indossavamo.

Come succede nella storia.

Le scarpe del bambino sono rotte e rappresentano per lui il simbolo della vergogna.

Quando proseguiamo nella lettura del libro, demonizziamo i compagni di classe, aggressivi nei confronti della vittima. Sono pronti per l’ora di ginnastica, felici nel veder brillare le loro belle scarpe colorate che ancor più sottolineano la presenza delle uniche rotte.

Improvvisamente scatta però nel piccolo una forza insperata  e gli occhi del lettore s’illuminano di una luce nuova. Sì, il bambino si libera delle scarpe rotte e corre, corre veloce, senza preoccuparsi di niente, anche se avverte il terreno ruvido sotto i piedi; è così bello per lui correre scalzo, è fantastico scrollarsi di dosso i fastidi!

Un compagno lo imita, ma non è semplice per tutti correre a piede nudo.

Una bellissima illustrazione ci pone davanti a due mani che s’incrociano e a due volti che sorridono. Eh, sì…finalmente le zanzare noiose zittiscono e il bambino guarda con dolcezza un compagno che ringrazia Dario per averlo aiutato a rialzarsi.

Ora il bambino dalle scarpe rotte ha un nome, un’identità data dalla sua persona.

Via il bambino dalle scarpe rotte e benvenuto Dario che è riuscito a vincere il suo senso d’inferiorità.

Uno splendido libro sul bullismo raccontato e illustrato da due autrici che sanno calarsi così bene nel mondo dell’infanzia da condurci passo dopo passo fino alla vittoria di Dario.

Considero questa lettura fresca e di grande contenuto, in grado di offrire spunti di riflessioni tra bambini e adulti.

Roberta Fasanotti