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Ci sono romanzi  –  e sono i migliori – che, una volta conclusa la lettura, ti restano accanto e per i quali si prova immediata nostalgia, tanto profondo è stato il  coinvolgimento. Gli sbagliati del Dubai, romanzo di Daniela Palumbo, è uno di questi.

Gli Sbagliati del DubaiIntenso, emozionante, vero, ci racconta la giornata di un gruppo di ragazzi  e ragazze che, in una strana mattina, apparentemente uguale alle altre, per amicizia verso uno di loro, Diego, decidono di saltare la scuola e di vivere  una fuga insieme.

Una giornata che, fin dall’inizio, appare come “sospesa” tra il dentro e il fuori,  tra pienezza di vita ed incomprensioni, tra impeti di desideri e frustranti delusioni.

Un anno prima, in quello stesso giorno, Diego ha perso il fratello maggiore, Flavio, che costituiva ogni suo riferimento e che, dopo una drammatica esperienza di tossicodipendenza, stanco di sé e della vita si è ucciso.

Diego si sente estremamente solo nel vuoto che quel dolore gli ha spalancato dentro, incompreso da genitori che faticano ad accorgersi di lui, troppo impegnati a sopravvivere alla perdita.

E così i compagni e le compagne del gruppo di scuola, più o meno inconsciamente comprendono che quel progetto di fuga potrebbe costituire per Diego l’unica via di resistenza al dolore di quel ricordo, e si lasciano coinvolgere da Victor, il suo migliore amico.

Quale sia la ragione profonda di quella fuga, la comprendiamo con lo scorrere delle righe, e si rivela nel fatto che ognuno di loro in realtà cela, come Diego, una fragilità, un indicibile segreto che trova radici nella storia familiare difficile per ciascuno. Il  vuoto è parte anche delle loro vite, spese in un quartiere che “è fuori dalle rotte della speranza” e in cui, per sopravvivere, non resta che stamparsi in faccia un ghigno e costruire intorno al cuore una corazza .

Sono gli sbagliati del Dubai, ragazzi apparentemente arroganti  e invincibili, a cui pare non importare niente di niente, finché…

Finché, in quella strana giornata, dopo aver dato prova di rabbia e voglia di riscatto nel centro commerciale, il famoso Dubai, ed essersi rifugiati poi in una comunità di artisti di strada, dove i muri sono dipinti con altalene appese alle nuvole, giunti in riva al mare i ragazzi  e le ragazze si scoprono uguali,  amici davvero, e capiscono che possono difendersi uno con l’altro e proteggersi… ma solo a patto di avere il coraggio  di lasciarsi andare, di superare la paura del giudizio e di aprirsi per guardare tutti insieme con occhi nuovi alla speranza.

 “Oggi è diverso da tutti gli altri giorni “pensò Letizia, “ dai sciogli le vele, lasciati trasportare dal vento!”

Grazie a un bagno collettivo nel mare, in una specie di rito di purificazione e di crescita in cui non mancano risate liberatorie e reciproche prese in giro, “gli sbagliati” scoprono la verità e la potenza salvifica di quella loro amicizia. Di quella fratellanza.

Nelle ultime pagine ci ritroviamo immersi in una metafora geniale inventata dall’autrice, che non svelerò.

Una storia di segreti custoditi con sofferenza, che lascia il lettore, giovane e adulto, a riflettere sulla propria possibilità, in fondo, di appartenere a quel gruppo di sbagliati.

Per concludere, una preziosa curiosità:  i titoli dei capitoli sono tratti dalle scritte sui muri delle nostre città, frasi precarie irriverenti vietate, e sempre ricche di poesia: la sapienza e la poesia della strada, composte dagli artisti a cui il romanzo è dedicato.

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