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Dal 24 ottobre al 19 dicembre 2023 negli spazi MuSEd – Museo della Scuola e dell’Educazione “Mauro Laeng” (piazza della Repubblica 10) in esposizione i più importanti e rari periodici per ragazzi dell’Ottocento e del Novecento italiano

di Ermanno Detti

“Caro Giornalino… Due secoli di stampa periodica per ragazzi”: è questo il titolo della mostra sui giornalini per bambini e per ragazzi che, con inaugurazione il 24 ottobre, rimarrà aperta fino al 19 dicembre al  MuSEd – Museo della Scuola e dell’Educazione “Mauro Laeng”, piazza della Repubblica 10, Roma. Il progetto della mostra è nato dalla collaborazione tra il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Roma Tre, le riviste Pepeverde e Pagine Giovani, la casa editrice Edizioni Conoscenza e l’MCE, Movimento di Cooperazione Educativa.

Il percorso espositivo, oltre a spiegare l’origine e l’evoluzione dei “giornalini”, espone i più importanti e rari periodici per ragazzi dell’Ottocento e del Novecento italiano posseduti dal MuSEd, come “Il giornale del bambini”, il “Novellino”, “Il Giornalino della Domenica”, il “Corriere dei Piccoli”, “Il Giornalino”, “Il Vittorioso”, “Il Pioniere”… Tra tutte le pubblicazioni, quella più longeva in assoluto è “Il Giornalino”: nato nel 1924 è pubblicato ancora oggi (nel 2024 si celebrerà il centenario della nascita).

Nella mostra potranno ammirare gli originali “a puntate” di opere celebri come Le avventure di Pinocchio e Il giornalino di Gian Burrasca, oppure personaggi come Bonaventura di Sergio Tofano, Cocco Bill di Jacovitti o la Pimpa di Altan. Proprio nei giornalini si sono infatti formati e affermati grandi autori, da Carlo Collodi a Gianni Rodari, così come i grandi maestri dell’illustrazione e del fumetto italiani (Yambo, Antonio Rubino, Raoul Verdini, Rino Albertarelli, Benito Jacovitti, Caesar, Franco Caprioli, ecc.), che hanno alimentato l’immaginario dei giovani lettori con tavole indimenticabili.

L’invito è quello di a considerare l’importanza e il valore che i giornalini hanno avuto per la formazione dei lettori. Nati agli inizi dell’Ottocento e sviluppatisi soprattutto nel Novecento, sono risultati strumenti efficaci, dopo la frequentazione scolastica, per promuovere la letteratura, l’informazione, l’istruzione e per la formazione globale dei giovani lettori. Lettori dinamici e attivi che, leggendo fin da bambini per abitudine e per piacere nel tempo libero, hanno anche da adulti continuato a dialogare con il mondo vicino e lontano. Non a caso molti giornalini avevano un “papà grande”, come il “Corriere dei Piccoli” nato come inserto del “Corriere della Sera”. Insomma la stampa periodica , senza negare il valore dell’istru­zione scolastica, ha saputo veicolare, con tono divertente e giocoso, valori etici, comportamentali e formativi. Un sistema che ha funzionato per due secoli e che, sia pure in mondo diverso, funziona ancora.

I giornalini sono stati anche una grande palestra per scrittori e illustratori. Spesso questo è avvenuto con uno straordinario equilibrio tra testi e immagini, con una ricerca con­tinua per dare volto e fisionomia e identità a personaggi che hanno costituito ma­teria per modi di dire popolari; si scherza ancora sulle bugie e sul naso di Pinocchio e per lungo tempo si è potuto anche sentir ripetere «Qui comincia l’avventura del signor Bonaventura».

Pur presentandosi come un giornalismo minore, i giornalini hanno svolto la mansione di coadiuvare o, in qual­che caso, di sostituire la funzione pedagogica della società e delle famiglie. Con la loro apparente innocenza sono riusciti a veicolare e a comunicare, con estrema sin­tesi e schiettezza – attraverso i racconti e le strisce illustrate, le lettere e i servizi – sia informazioni sul mondo, sia modelli di ruoli e di vita. Con la semplicità delle loro strutture linguistiche, sintattiche e iconografiche, essi hanno parlato di scienza, di classi sociali, di stili di comportamento, di ruoli di genere, di ideologie, divenendo spesso lo specchio dei cambiamenti lenti o repentini del mondo in maniera più chiara e diretta di una pagina di storia. Oggi si analizzano e si indagano come ma­teria di studio non tanto dei “fatti”, quanto degli “umori” diffusi, dell’evoluzione dei costumi e della mentalità.

I giornalini esistono ancora e continuano a unire informazioni e valori con il diver­timento, lo svago, l’umorismo. Ogni due anni una prestigiosa giuria assegna “Il Premio Nazionale Città di Chiavari al miglior giornalino per ragazzi”.

Il materiale – quello in possesso del Museo è di gran lunga superiore a quello esposto – è disponibile per successivi studi e ricerche. Una visita virtuale alla mostra sarà presto disponibile sul sito dell’Università Roma Tre.

Sede e orari: MuSEd, piazza della Repubblica 10, Roma; lunedì e mercoledì dalle 15.00 alle 19.00, martedì e giovedì dalle 09.00 alle 13.00. Dal 24 ottobre al 19 dicembre 2023. Ingresso gratuito.  Per ulteriori informazioni: mused@uniroma3.it

Ermanno Detti