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Ciarlotta Piccadilli e rotoli di carta igienica (Pulce edizioni) di Cristina Petit è un libro al tempo stesso divertente, coraggioso e paradossale.

Divertente perché la comicità permea tutto il romanzo destinato ai bambini della classe primaria, coraggioso perché affronta con i ragazzi un tema delicato come quello delle problematiche relative all’espulsione delle feci. Esistevano già numerose pubblicazioni per i più piccoli (erano di moda fino a qualche anno fa) che avevano come protagonista la “cacca “degli animali, dei neonati, dei bimbi. Difficilmente però il tema delle difficoltà o dell’eccessiva facilità all’espletazione dei rifiuti corporali è stato affrontato in un libro destinato a ragazzi più grandi. Cristina Petit svolge, invece, il compito che si è auto-assegnata con leggerezza e senza reticenze.

Il libro è anche paradossale perché il mondo degli adulti sembra perfettamente incapace di svolgere il proprio ruolo educativo con i ragazzi. Nel racconto gli insegnanti, i bidelli, il preside, i genitori sono certamente animati da buoni sentimenti, ma anche persone ingenue che non possiedono alcuno strumento per comprendere le emozioni, le istanze, i problemi dei figli e degli alunni.

Il libro è scritto in prima persona e a raccontare le vicende è Ciarlotta, una ragazzina che frequenta l’ultimo ciclo della scuola primaria. Lei è un genio, apprezzata da tutti per la sua precisione, affidabilità e intelligenza fuori del comune. Ha un fratello più grande di due anni che compare solo nelle ultime pagine del romanzo, perché Ciarlotta prova tristezza nel parlare di lui, in quanto Tiodoro trascorre ogni istante della giornata a giocare con i video giochi e senza essere sgridato dai genitori così tanto permissivi che lo lasciano mangiare con il Joystick al posto del coltello.

Tutto sembra perfetto nella vita di Ciarlotta fino a quando, appena svegliata una mattina, si accorge che si formano ombre leggere per terra, nonostante il sole sia coperto da grandi nubi scure. Nessun adulto è in grado di spiegarle il fenomeno, e paradossalmente l’unica che pare conoscere il motivo della presenza delle ombre è Zeta, l’alunna più svogliata e ribelle della classe. Zeta scrive la soluzione al problema in forma criptica su un biglietto pieno d’errori grammaticali: “Se vuoi trovarre la riposa ala tua domanda prendi un’aereo e lo scopri”.

Ciarlotta è molto caparbia e non ha nessun dubbio: deve riuscire a viaggiare in aereo per scoprire il motivo della presenza delle ombre anche nei giorni nuvolosi. Viene casualmente a conoscenza che la famosa marca di carta igienica “Accarezza sedere” ha organizzato un concorso nel quale il premio è un viaggio in aereo a Parigi. E chi vincerà, dovrà svolgere un rotolo dalla cima della Tour Eiffel fino a raggiungere il suolo della capitale francese. Il requisito per la partecipazione però è cogente: bisogna raccogliere 1500 bollini fedeltà nelle confezioni da 8-16 rotoli.

Da quel momento Ciarlotta mette in mostra le proprie fragilità. Ossessionata dall’obiettivo di raggiungere il premio, inganna la madre per farle acquistare una quantità industriale di carta igienica, racconta bugie alla segretaria della scuola per cambiare il fornitore del prezioso accessorio per chi va alla toilette, utilizza le sue capacità oratorie per convincere tutti i suoi compagni di classe a far comprare in casa la marca “Accarezza sedere”, inganna più volte il padre per ottenere favori, dicendogli di essere stata selezionata per parlare in classe di fronte ad astronauti russi o indiani d’America. Da bambina modello Ciarlotta si trasforma così in una giovane che fa mille promesse a tutti, sapendo già di non poterle mantenere. Nonostante ciò i bollini che riesce a raccogliere, sono sempre pochi rispetto a quelli richiesti dal concorso a premi. A peggiorare le cose Ciarlotta, presa dalla frenesia, provoca Zeta, rinfacciandole di essere stata abbandonata dal padre per il suo terribile carattere.

La compagna reagisce dandole un pugno che obbligherà Ciarlotta a trascorrere un periodo a casa per ristabilirsi, senza aver la possibilità di seguire la raccolta dei bollini. Da quel momento cambia il senso della storia: Ciarlotta capisce di aver sbagliato a provocare Zeta e con grande impegno riesce a farla riammettere a scuola. E, regalandosi un nuovo compito educativo, stimola gli insegnanti a comprendere i comportamenti provocatori di Zeta, dietro ai quali si nasconde una bambina buona che ha sofferto dolorosi problemi familiari.

L’amicizia con Zeta le regala un nuovo senso di vita e il nuovo obiettivo di Ciarlotta sarà impegnarsi per creare una scuola e un mondo più giusto.

Il finale del libro è sorprendente e non va assolutamente svelato.

Scopri Marino Muratore