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Abbiamo chiesto a Manuela Salvi di scrivere qualche pensiero per ricordare Sabina Colloredo, grandissima autrice, persona splendida, orgogliosa ed entusiasta socia onoraria di Icwa e anche sua personale amica “sciura ma scugnizza”.

A vederla dalle foto su Facebook, immaginavo la tipica “sciura” milanese un po’ snob con la quale sarebbe stato difficile intendersi per motivi generazionali e geografici. Perciò quando mi chiese di incontrarci al parco Sempione, nella primavera del 2021, cercai di sembrare meno “scugnizza” del solito e di darmi un tono snob decisamente poco credibile. Confesso che arrivai al nostro appuntamento molto prevenuta.

Ma la caratteristica più distintiva di Sabina era la capacità di sfuggire a qualunque etichetta le si potesse appiccicare addosso ed è ciò che me l’ha fatta amare dal primissimo istante: sembrava “sciura” e invece era molto alla mano; si dichiarava superfemminista ma aveva uno sguardo inclusivo che andava oltre ogni definizione di genere; aveva quell’aria severa che però si stemperava subito in una risata sonora che faceva girare mezzo bar.

Sabina era una vera anticonformista e non nel senso didascalico del termine. Viveva di cuore, accoglieva l’Altro sempre con grande curiosità, non si lasciava incantare dalle mode, dagli slogan, dal pensiero comune, e rifiutava qualunque giudizio di natura binaria. Amava le sfumature, forse perché anche lei ne possedeva a migliaia, era cangiante e colorata, eppure così solida e determinata. Forse davvero un esempio di ideale “femminile”, nel senso più ampio e tridimensionale del termine – una Donna, al cento per cento.

Non a caso è stata da sempre una paladina della tematica, in tempi non sospetti, portando nei suoi libri quel bel bagaglio di proteste civili che aveva caratterizzato la sua adolescenza negli anni Sessanta. “Io ho imparato a fare le molotov, sai?” mi disse con quella sua aria sbarazzina e leggera che ha usato fine alla fine, anche quando stava malissimo e sapeva che non le restava molto tempo.

Sabina “faceva le molotov” anche quando scriveva. La sua scrittura è esplosiva e di rottura, di cuore proprio come lei, ma profonda nel modo tipico di chi ha vissuto sentendo ogni cosa sulla propria pelle. Sabina scriveva tantissimo, fino alla fine ha scritto senza sosta e “Addio Strega” e “Tenetemi stretta” sono usciti davvero a poche settimane dalla sua morte. Mi diceva che per lei scrivere era essenziale, che senza la scrittura vivere le era impossibile.

Fino alla fine ha creduto nel potere dei libri e sul suo profilo c’è l’ultimo video che ha postato: lei che fa una lettura ad alta voce nel salottino dello IEO, per intrattenere gli altri malati oncologici. Allo IEO lascia anche un prezioso book club a cui ha lavorato alacremente nel periodo in cui andava lì a fare la chemio. “A una malata oncologica nessuno dice di no,” scherzava, fino a un certo punto.

E se la frequentavi, notavi una cosa molto tenera: i suoi libri erano esposti ovunque lei si trovasse. Se li portava dietro in vacanza e li sistemava in bella vista nella casa in affitto. E li teneva anche davanti alla porta di casa sua a Milano, su una sediolina accanto allo zerbino con scritto “Welcome”. È una cosa che le ho invidiato sempre un po’, quella sicurezza con cui si definiva scrittrice e il modo in cui voleva che lo sapessero (e glielo riconoscessero) tutti.

Con Sabina se ne va una parte magnifica e soprattutto storica della nostra editoria per ragazzi. Quello che lascia è sicuramente un’eredità da raccogliere, un testimone prezioso per chi scrive per i più piccoli, da tradurre nella cura della scrittura, nella scelta delle tematiche, nello sguardo sempre vigile e mai “servo” dell’ideologia del momento.

Con Sabina se ne va per tanti un’amica di serie A, di vecchio stampo, con la porta di casa sempre aperta e l’invito a cena sempre pronto. “Guarda, resta, ho il frigo pieno!” esclamava, aprendo un frigo decisamente vuoto.

Era fantastica, si può dire? Mai aggettivo è stato così calzante per qualcuno: fantastica era la nostra Sabina.

Sabina Colloredo, prima, entusiasta socia onoraria di Icwa, ha generosamente tenuto una Lectio Magistralis dal titolo “Liberi tutti” a marzo 2024. Si è trattato di un evento riservato ai soci, registrato con l’autorizzazione della stessa autrice. Un momento di riflessioni profondissime e gran risate. Abbiamo pensato di condividerlo con tutti voi, anche senza post produzione, perché Sabina è da ascoltare, leggere e ascoltare e leggere ancora, ancora, ancora…

Per vedere il video:
https://youtu.be/XsiGIwst2KE