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Valentina Federici ci racconta il Salon du livre di Ginevra (26 febbraio – 3 marzo 2024), il piccolo gioiellino del mercato del libro della Romandie, ossia la Svizzera francese, la seconda area linguistica del Paese con oltre due milioni di abitanti.

di Valentina Federici

Perché qualche editore straniero dovrebbe essere interessato ad affrontare il (costoso) viaggio per Ginevra solo per partecipare a questa fiera? Ma guardiamola dalla prospettiva dei dati. Se consideriamo che di questa popolazione, l’83% è composto da lettori e aggiungiamo che di questo dato solo un misero 20% legge meno di quattro libri l’anno mentre un terzo arriva ad un ritmo superiore ai quattordici annui, ecco che la Romandie, diventa improvvisamente una piccola sacca molto interessante.

Il Salone è gratuito. Chissà, ci sarà una correlazione fra il facile accesso ai libri e l’alto tasso di lettori? In ogni caso, quest’anno è stato il regno dell’amore.

Dateci il romance! Lo chiedeva l’Africa, con i suoi albi suggestivi, lo chiedevano le mature donzelle assiepate alla corte di Joël Dicker (che ha il suo fascino) e le ragazze che si portavano via torri pericolanti di romance. Il rosa alla francese piace anche a noi italiani e lo testimoniano le nuove collane delle nostre CE rivolte al target YA e NA, come Slanci di Terre di mezzo o Il Castoro Off, con le autrici Marie Vareille e Lisa Balavoine per il primo e il fenomeno Campus Drivers per il secondo.

Ma il romance al salone doveva sgomitare per evitare che l’altro protagonista prendesse troppo spazio: le graphic novel.

Con le graphic crude e violente dello stand Africa, quelle classiche del mondo francese, chi la faceva da padrone è stato senza ombra di dubbio lo stand del Benelux che ha portato una selezione bella e inquietante, dove l’aspetto creepy era declinato in graphic deliziosi come Loving Reaper o l’ibrido Rêves che unisce al romanzo YA il linguaggio manga, non solo nelle tavole inserite fra le pagine a corredo della narrazione, ma anche per il protagonista bambino, in contrasto con quella regola aurea che vuole il protagonista proporzionato all’età dei lettori. (In generale, molto dark nelle proposte YA del Benelux. A girare fra i loro scaffali ho avuto quasi l’impressione che gli adolescenti leggano anche altro, oltre il genere rosa!).

Anche la Svizzera ha puntato tantissimo sulle graphic novel, sia con Heidi, un libro, due rivisitazioni in bianco e nero nella Svizzera di oggi, fra problemi ambientali e generazionali. Avete mai pensato cosa direbbe la vecchia Heidi del cambiamento climatico? Ma poi c’è Le Colibrì, vincitore del premio Svizzero per la letteratura Jeunesse 2023 (meritatissimo). E come l’anno scorso con Khat, anche quest’anno la ginevrina Joie de Lire torna sul tema dell’ingiustizia con il silent book semplice e ironico di Zidrou e Sébastien Chebret, Qui-n’a-rien e Qui-a-tout. Un titolo che si spiega da solo, no?

E dato che oramai abbiamo sconfinato negli albi, ci sono alcune chicche trovate in fiera. Plein Soleil, che ha saputo lavorare sul bianco e nero per rendere ancora più suggestiva l’Africa che è nel nostro immaginario da quando abbiamo visto Il re Leone (o Io sto con gli ippototami, o Karen Blixen. Scegliete voi a seconda della vostra comfort zone). Ma anche Il y a de monstres dans ma chambre, dove la presenza dei mostri si può solo intuire nelle pagine totalmente bianche o, se siete abbastanza coraggiosi da riuscire a guardare sotto il letto (o in mezzo alle pagine doppie, non tagliate), riuscirete a sbirciare zampe e code un attimo prima che scivolino via. E poi c’è stato ovviamente il mai abbastanza tradotto in italiano Davide Calì da cui sono andata da brava fan al firma copie. Possibile che in Italia nessuno abbia ancora tradotto Vampire un jour, Vampire toujours?

Dopo questo momento patriottico, ho iniziato a fare un po’ più di attenzione anche alle letture middle grade, dove continua il bel lavoro della casa editrice Alice sul tema queer che quest’anno affianca alla traduzione de La Guerre du Hennè (fenomeno internazionale assente in Italia) La maîtresse a de la moustache che si prospetta leggero e ironico come spesso il Benelux sa essere.

Per finire, mi sono incagliata sul fantasy africano, in particolare la serie Nos jours Brûlés, con un folklore che ad occhi europei risulta davvero nuovo e fresco. E ora che il fantasy va così tanto di moda, tutto ciò che possa rinnovare un po’ la serie del già visto, secondo me è solo benvenuto.

Fra l’angolo della lettura dove i bambini captano una parola ogni tre perché allo stand accanto l’autore suona la chitarra per degli adolescenti a disagio; fra il Lupo della serie omonima che cerca di abbracciarmi e la fila di ragazze al firma copie dell’ennesima autrice romance che mi blocca la strada, ho capito che era il momento di andare via.

 

Questo antipasto di Bologna è stato sufficiente. Riprendo fiato e mi preparo per la BCBF 2024.

Qualche nota bibliografica dei libri citati, in ordine di apparizione:

    • Le Syndrome du spaghetti, Marie Vareille_ trad. ita Terre di Mezzo 
    • Un garçon c’est presque rien, Lisa Balavoine_ trad. ita. Terre di Mezzo
    • Campus drivers, C. S. Quill_ trad. Ita. (in uscita) Editrice il Castoro
    • Loving Reaper, Jenny e Jinya_ ing. e trad. franc. Livr’S Éditions
    • Rêves, Kevin V._ Lilys Éditions ASBL 
    • Heidi, Ploy e Elmax_ La Joie de lire
    • Le Colibrì, Elisa Shua Dusapin, Hélène Becquelin e Christo_ La Joie de lire
    • KHAT, journal d’un réfugié, Ximo Abadía_ La Joie de lire, trad. Ita Il gatto verde 
    • Qui-n’a-rien e Qui-a-tout, Zidrou e Sébastien Chebret_ La Joie de lire
    • Plein Soleil, Antoine Guilloppé_ Gautier Languereau
    • Il y a de monstres dans ma chambre, Fanny Pageaud_ A pas de loups 
    • Vampire un jour, Vampire toujours, Davide Calì_ Actes Sud Editions 
    • La Guerre du Hennè, Adiba Jaigirdar_ Alice 
    • La maîtresse a de la moustache, Eva Chatelain_ Alice 
    • Nos jours Brûlés, Laura Nsafou_ Albin Michel

Credits foto: Pierre_Albouy e Valentina Federici