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Questa è una storia per bambini e bambine. “Bella scoperta!” direte voi. Intendo dire che è scritta dalla loro prospettiva. Tutto fa pensare che Daniela sia riuscita davvero a calarsi nel mood narrativo di un’età compresa tra i sette e i dieci anni. Si tratta di un risultato per niente scontato.

di Roberto Morgese

L’autrice, Daniela Cologgi, che ha pubblicazioni di spessore alle spalle, non indugia in virtuosismi, ma è sempre chiara e comprensibile, senza però mai banalizzare i termini, le frasi, il testo, bensì sciogliendo quest’ultimo con leggerezza e stile.

Il valore sta nel modo in cui è costruita la storia di L’astroarca di Eon (Il Mulino a Vento – Raffaello editore), semplice ma intrigante, con quei colpi di scena che tanto piacciono ai giovani lettori, e che amano inserire nei propri racconti, quando sono loro a scrivere; il linguaggio, diretto e spiritoso, ma di una comicità pulita e fresca, con scambi veloci e intensi; l’umanizzazione degli animali, che soffrono e ridono come noi, anzi come loro: i bambini e le bambine.

Forse è proprio questa la piccola magia che ha saputo introdurre l’autrice: i personaggi stessi pensano, parlano e affrontano le situazioni, anche rischiose, con quel pizzico di fiducia nella magia reale tipica dell’età a cui il libro è destinato.

Il tema non lascia indifferenti: la cura degli altri esseri viventi, come creature sensibili agli affetti e soggette alle speranze più ingenue, all’inseguimento dell’idea che le cose possano anzi debbano migliorare. Non ultima, la considerazione che il vero cambiamento, si legge tra le righe senza moralismi o lezioncine, interviene solo quando ci si fa carico della sua realizzazione. E questo, per una lettura così giovane, non è affatto poco!