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Penny J. Rimau

Curiosando nelle librerie specializzate in testi in italiano di Bruxelles, Parigi e Londra, per italiani all’estero ma non solo. Con tante attività rivolte ai bambini

Siete mai entrati in una libreria per sentirvi a casa?

Foto: Pietro e Jacopo di Piolalibri

piolalibri pietro e jacopoAvete mai percorso gli scaffali ricolmi di romanzi, saggi, libri fotografici, guide turistiche, albi illustrati e avete di colpo pensato che il rumore del mondo potesse fermarsi concedendovi una tregua il tempo di scegliere un libro?

Ebbene, immaginate adesso di essere soli all’estero. In un paese in cui si parla un’altra lingua, che sta pian piano diventando anche la vostra. La famiglia è lontana e voi siete partiti per inseguire un amore, un sogno, un lavoro, un capriccio. E forse avete avuto figli con stranieri affascinanti ed esotici che, per amore vostro, hanno anche imparato a non mettere il ketchup sulla pasta. Ma adesso i bambini vi parlano in un italiano maccheronico con contaminazioni locali e voi provate un grande senso di solitudine.  

Dove trovare italiani come voi o italiofili innamorati della cultura del nostro paese? Dove sentirsi meno soli?

Dopo aver avuto la grande gioia di intervistare i titolari di tre librerie italiane all’estero, posso adesso dirvi che uno dei grandi catalizzatori della comunità italiana fuori dai nostri confini sono le librerie.

Sia Jacopo e Pietro di Piolalibri a Bruxelles (https://piolalibri.be ) che Ornella di The Italian Bookshop a Londra (https://www.italianbookshop.co.uk ) mi hanno raccontato storie di nostri compatrioti che si sono innamorati frequentando le loro librerie. Ornella ha anche accolto tanti, tantissimi ragazzi partiti all’avventura a Londra che entravano in libreria da lei con l’aria spersa di chi viene a cercare una parola amica. E, consigliando loro libri e letture, Ornella li ha accolti, coccolati e spesso trattati come figli.

Patrizia e Sirio de La Tour de Babel (http://librairieitalienne.com ), storica libreria italiana a Parigi, testimoniano di come la libreria sia da sempre stata una fucina di idee e di incontri e di come i lettori abbiano in parte influenzato la scelta dei libri in vendita.

“Molti dei libri che si trovano sugli scaffali sono il frutto dei consigli dati negli anni dai clienti e quindi rappresentano le scelte dei nostri lettori oltre che le nostre, dalla fondazione della libreria nel 1984 ad oggi: una sorta di patrimonio comune che unisce gli italiani in Francia e i cugini d’oltralpe” mi ha detto Sirio.

LTdB passaporto del lettoreIn queste librerie, avamposto della cultura italiana, continuano a intrecciarsi le storie dei titolari con quelle dei clienti in un arricchimento reciproco che contribuisce a mantenere viva la nostra lingua all’estero. Piolalibri nasce nel 2000, fondata da Nicola, un piemontese che vuole ricreare a Bruxelles l’atmosfera delle vinerie con piccola ristorazione tipiche di Torino (le piole). Nel 2007, lo spirito piemontese si arricchisce con l’arrivo di un modenese D.O.C.: Jacopo. La libreria di sposta nella zona delle istituzioni europee e continua a promuovere la diffusione dei libri insieme ad altri due grandi ambasciatori della cultura italiana nel mondo: il cibo e il vino. L’idea resta quella di creare un angolo di casa per gli expat italiani e, negli anni, l’offerta della libreria si arricchisce di eventi di vario tipo: dai concerti alle presentazioni di libri ai laboratori di scrittura e lettura per bambini. Grazie al passaparola di scrittori e artisti e ai mille contatti dei titolari, Piolalibri diventa uno dei posti principali in cui presentare nuove uscite editoriali.

Con la pandemia, la libreria ha dovuto innovare per mantenere la fedeltà della clientela e ha iniziato a offrire un servizio di ordine libri e consegna in bicicletta a domicilio.

LatourdebabelLa pandemia ha anche impattato le attività di La Tour de Babel imponendo un grande cambiamento in un momento difficile. In effetti, allo scoppiare della pandemia, lo storico fondatore della libreria, colui che aveva seguito e conosceva a menadito non solo le storie dei libri in vendita, ma anche quelle dei loro autori e delle loro varie vicissitudini editoriali, ha deciso di godersi la pensione nel Sud della Francia da dove continua l’attività editoriale con i bilingue della collezione, i Cahiers de Babel. Patrizia, che lavorava saltuariamente con la libreria da anni mentre portava avanti anche progetti pedagogici in collaborazione con le scuole a Parigi, si è ritrovata a riprendere la direzione della libreria in un momento di grandi cambiamenti e in piena epidemia. Anche la clientela è cambiata. La libreria si è aperta a un nuovo pubblico di giovani attirati dall’arrivo di Sirio, che appartiene alla generazione che non ha ancora trent’anni. Inoltre, quelli che Patrizia definisce “gli Erasmus con figli” non sono più riusciti a rientrare in Italia spesso come facevano prima e si sono quindi accorti di poter acquistare libri per sé e per la prole anche a Parigi.

Il governo francese ha inoltre invogliato i consumatori ad acquistare in libreria piuttosto che on-line impegnandosi a rimborsare i costi di spedizione delle opere.

Questo non è avvenuto nel Regno Unito dove gli effetti della pandemia si sono sovrapposti e cumulati con quelli della Brexit. Ornella di The Italian Bookshop ha dovuto fare fronte non solo a una clientela chiusa in casa causa Covid, ma anche a problemi di pagamenti alle dogane e consegne ritardate causa Brexit. Quella che si definisce una ‘libraia-chioccia’ ha dovuto quindi reinventarsi. Ha così investito su eventi on-line e presenza su Facebook dove la libreria ha un grande seguito non solo di italiani, ma anche di inglesi innamorati del nostro paese e della nostra lingua.

E cosa fanno queste librerie per i bambini e i giovani?

Tutti sono unanimi nel dire che è molto difficile consigliare libri italiani agli adolescenti (dai 13 anni in su) non solo perché a questa età alcuni di loro leggono libri per adulti, ma anche perché spesso l’età anagrafica non corrisponde alla capacità di lettura in italiano. Si tratta infatti spesso di ragazzi che sono inseriti in un sistema scolastico nella lingua locale e che quindi leggono meglio nella lingua ufficiale del paese in cui vivono che in italiano.

Per quanto riguarda i più piccoli, tutti gli intervistati collaborano con associazioni o persone esterne che tengono corsi di lingua o anche laboratori di lettura ad alta voce per i più piccini. Sono corsi e laboratori che hanno molto successo perché i genitori all’estero non vogliono che i propri figli perdano dimestichezza con l’italiano.

La Tour de Babel collabora anche con vari illustratori e illustratrici e, a partire da poco, ha creato un passaporto della Repubblica di Liberlandia dove, per ogni libro letto, i bambini devono riportare la frase che li ha colpiti di più e fare un disegno. La libreria aggiunge poi il timbro: “letto per davvero” perché, come c’è scritto sul passaporto “leggere un libro è come viaggiare”.

E cosa c’è di meglio per tutti noi, figli e figlie del Bel Paese in giro per il mondo, che potere ogni tanto sentirsi a casa nel porto sicuro e accogliente di una libreria italiana in terra straniera?