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di Daniela Dose

La Grammatica della FantasiaLa “Grammatica della fantasia” di Gianni Rodari offre innumerevoli spunti per la didattica e per attività da svolgere con i bambini, in classe e non. Io vorrei evidenziarne soprattutto una. Si intitola “Il sasso nello stagno”, ed è una delle prime riflessioni che si trovano nel testo di Rodari. La parola viene paragonata ad un sasso che, se viene gettato in uno stagno, provoca onde concentriche, se poi va a fondo (e qui il parallelismo continua) smuove, scopre, crea eventi.

La parola che viene evocata provoca nella mente analogie, ricordi, immagini, significati, e va a recuperare questi significati nella fantasia, nei ricordi, anche nell’inconscio. Viene in mente il discorso freudiano sull’utilizzo delle parole per creare analogie, ma qui lo scopo è ludico e creativo.

La parola stessa “sasso” può portare a diverse associazioni, o giochi linguistici. Ad esempio cambiando la a –in- e, si avranno altre parole: cerchiamole assieme a Rodari.

Raccontiamo cosa ci ricorda il sasso inteso come oggetto: un luogo, una chiesa, un monte? E i sinonimi? Vogliamo tralasciarli? Certo che no. Ad esempio mattone. Cerchiamo le parole che dal punto di vista fonico si accoppiano: mattone e canzone. Ma l’esplorazione della parola sasso, ci ricorda Rodari, può continuare. Se scriviamo le lettere della parola una sotto l’altra e a ogni lettera accoppiamo una parola, ne nasce una filastrocca. E il gioco si può ripetere.

Le parole pertanto sono come le “madeleine” (dolcetti) di Proust: i loro significato, il suono, la forma, possono evocare ricordi e associazioni. Aprire la fantasia e il pensiero. Questi “sassi nello stagno” aiutano a sviluppare la creatività, ma anche la capacità cognitiva e linguistica del bambino. Sono tappe miliari nel percorso formativo e di apprendimento, ma Rodari ci insegna e ci ricorda una grandissima lezione: questo gioco deve servire ai bambini, non servirsi di loro. La priorità è il bambino, la sua crescita, la sua felicità.

 

Io continuo e amplio questo gioco invitando i ragazzi a portare in classe il loro sasso preferito. A raccontare perché lo hanno scelto, che cosa ricorda loro. Infine propongo la visione del film Departures, dove il protagonista, proprio grazie a un sasso-simbolo d’amore, fa pace con il suo passato e si apre al futuro. Le parole sono preziose, tracciano percorsi e aprono spiragli fondamentali per la vita e per i bambini.