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Visti da lontanoVisti da lontano
di Fanuel Hanan Diaz
(traduzione di Anna Lavatelli)
Fiera del Libro per Ragazzi, Bologna 2015

Questo è il titolo del libro che presentiamo oggi in questa sala: un piccolo viaggio attraverso la letteratura giovanile italiana, che ho svolto per l’associazione italiana di scrittori per ragazzi.
A molti di voi potrebbe apparire bizzarro che proprio io, uno straniero, mi presenti qui come autore di questo saggio. Per questo mi piacerebbe raccontarvi brevemente come è nata questa idea e con quale fine si presentano in queste pagine dei libri che rappresentano differenze e tendenze della letteratura infantile italiana contemporanea.

Il mio lavoro nel campo della letteratura per ragazzi è ormai di lunga data. Ho cominciato nel Banco del Libro del Venezuela, il mio paese d’origine, dove ho lavorato vari anni come direttore del dipartimento preposto alla selezione e valutazione dei libri per bambini e ragazzi.

 

Il libro Visti da lontano, Interlinea Edizioni è in vendita in tutte le librerie.

Scarica gratuitamente la versione in inglese e in spagnolo:

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È cominciata da lì la mia passione per la critica e lo studio di questo settore letterario. In un’altra occasione importante sono stato alla Biblioteca Internazionale giovanile di Monaco per condurre ricerche sui processi di stampa nei libri antichi per giovani lettori, che si è poi concretizzato in un saggio sul valore letterario del visuale, ovvero su come leggere le illustrazioni dei libri per bambini.

Credo sia importante farvi cenno di questi eventi della mia vita professionale perché sono stati fondamentali per spiegare come sia nato in me l’interesse a scrivere il saggio che oggi presentiamo. Sono un ricercatore inquieto e per questo amo le sfide che possono estendere i miei campi di studio. La settimana scorsa, per esempio, sono stato all’università di Aveiro, in Portogallo, a presentare una ricerca su migrazione e violenza nella letteratura infantile latinoamericana, argomento che si aggancia con il mio ultimo percorso di studio sui libri di paura e sull’ombra nei libri per bambini.

Forse qualcuno di voi avrà letto il capitolo sui 50 anni di letteratura infantile in America Latina che ho scritto per l’edizione speciale della Fiera del Libro di Bologna 2013, o avrà assistito alla conferenza sul realismo magico nella letteratura infantile latinoamericana, che ho presentato all’Università di Bologna. È stato proprio a partire da queste circostanze e da queste opportunità ha avuto inizio il mio avvicinamento accademico al vostro paese.

Esattamente un anno fa, ho avuto l’opportunità di conversare con Anna Lavatelli, e in quella occasione si è gettato un seme che oggi dà i suoi frutti. Eravamo a una tavola rotonda, davvero molto animata, sulla promozione della lettura, che era stata organizzata dall’ICWA proprio qui in fiera. C’era con noi Ana Garralon, una nota esperta spagnola di questo settore. Ci siamo seduti un momento a parlare tra noi e abbiamo cominciato ad abbozzare l’idea di questo saggio. Perché non provare a presentare un primo panorama della letteratura italiana visto dal di fuori? – ci siamo chiesti. Come avrebbe potuto questo sguardo inquadrarla in modo differente?

La proposta di utilizzare uno sguardo esterno per un saggio su autori italiani ha cominciato a diventare interessante proprio per il fatto che una persona fuori dal contesto potesse offrire una visione distaccata e bilanciata di un mondo letterario così diverso. D’altra parte, riunire in un saggio le opere dei soci ICWA era una iniziativa ambiziosa, che poteva dare visibilità all’associazione e contribuire alla diffusione della letteratura infantile italiana nei paesi latinoamericani, costruendo un ponte verso un continente dove l’apporto di molti vostri migranti è stato significativo.

In paesi come il Venezuela, infatti, la presenza degli italiani è stata fondamentale: le prime carte geografiche del paese furono disegnate da Agostino Codazzi, che si guadagnò l’amicizia di Simon Bolivar e di altri patrioti sudamericani. Queste motivazioni, la vicinanza emozionale e l’ambizione di stendere il primo contributo critico estero della letteratura giovanile italiana che l’ICWA rappresenta, ci ha portati a tessere una trama di mail tra differenti luoghi dell’Italia e il mio appartamento a Bogotà, città dove ora vivo. I libri mi arrivavano come uccelli da un lungo viaggio.

Casualmente, uno dei primi libri che ho ricevuto raccontava la storia di una bambina migrante, che doveva vivere nascosta e in silenzio dentro una stanza per evitare che sua madre fosse deportata, poiché in quel paese e in quel momento storico non era consentito alle lavoratrici straniere di portare con sé i propri figli.
Identificarmi con quel libro, per la mia condizione di migrante, mi ha condotto ad approfondire le letture lungo un asse che mi si è delineato man mano durante la lettura degli altri libri che mi arrivavano dentro pacchi postali, con timbri e piccoli dettagli aggiuntivi, come una lettera di accompagnamento firmata, un disegno, un segnalibro…

Un poco alla volta i libri si sono accumulati sulla mia scrivania. Me li sono letti pazientemente, in sei mesi di intensa lettura. Durante tutto quel tempo sono stato qui con voi, condividendo il vostro mondo e i vostri personaggi. Per mia fortuna ho in casa solo tre bromelie, che si accontentano di poca acqua per sopravvivere, perché per tutto quel tempo non ho fatto che dedicarmi a questo.
Un po’ alla volta si sono resi evidenti i punti di convergenza tra i libri e si sono delineate alcune tendenze, il che mi ha permesso di dare un ordine all’insieme, anche se – come sempre – con ‘etichette’ che possono essere messe in discussione e con la consapevolezza che molti libri avrebbero potuto essere riuniti sotto differenti categorie.

Questo panorama, dunque, riunisce – in tendenze che si muovono tra realismo e fantasia – libri rappresentativi degli autori ICWA. È quindi opportuno precisare che non si tratta di un panorama esaustivo della letteratura infantile italiana: ciononostante questo universo é rappresentativo di autori attivi e di successo, che hanno come mestiere l’impegno a scrivere per l’infanzia.
Nell’introduzione al saggio, faccio riferimento ad alcuni scrittori capitali, le cui opere sono oggi dei classici della letteratura infantile di tutto il mondo o sono state pioniere di un modello letterario svincolato dal peso della didattica. L’umorismo, lo slancio emozionale, il gusto per l’assurdo e il realismo sono tra gli elementi narrativi costanti che compongono questo universo letterario.

È certo che i lettori potranno incontrare omissioni, sebbene si tratti di un saggio che, con nostra gran sorpresa, ha superato in estensione e profondità l’idea originaria di un semplice articolo informativo. Per questa ragione va visto e considerato nella sua giusta luce, come un primo approccio che può servire di base per altri studi, come uno scenario che rispecchia una identità, come una riflessione sui libri, la loro espressività, gli apporti degli autori.

Visti da lontano mette in evidenza il valore della condizione di chi si avvicina con occhi nuovi ad un luogo esotico e sorprendente. Questo stato d’animo di ‘meraviglia’ è l’energia che si muove nel mio saggio, e vorrei invitare i lettori ad assumerlo nell’esplorazione di questo vigoroso territorio narrativo, seguendo percorsi e lineamenti che ne contrassegnano la forte identità.

Il lavoro che oggi si presenta è il risultato di un impegno collettivo. Non sarebbe stato possibile portarlo a termine senza il coordinamento di Anna Lavatelli, senza l’apporto degli scrittori partecipanti, senza l’interessamento dell’editore, Roberto Cicala…
Il percorso di questo libro comincia ora, poiché potrà avere risonanza solo nelle mani dei suoi lettori. L’augurio è che queste parole possano suscitare attenzione, risvegliando interesse e passione verso uno dei più sorprendenti universi narrativi, qual è quello della letteratura italiana per ragazzi.

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