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Piccola esplorazione letteraria sul personaggio nato dalla penna di Carlo Lorenzini, tra riscritture, illustrazioni, indagini, curiosità e approfondimenti.


Questo contributo sulla figura di Pinocchio intende metterne in luce alcuni aspetti e dettagli, senza avere, ovviamente, pretesa di esaustività. In appendice è presente una bibliografia, anch’essa necessariamente parziale, per approfondimenti e altri percorsi.

di Elena Paparelli

Qui comincia, aprite l’occhio,
l’avventura di Pinocchio,
burattino famosissimo
per il naso arcilunghissimo.


Gianni Rodari
lo catturava così, l’esuberante burattino sempre in fuga nato dalla penna di Carlo Lorenzini, in arte Carlo Collodi, nell’incipit del suo La filastrocca di Pinocchio. Una storia a rime baciate uscita a puntate negli anni Cinquanta nel giornale per ragazzi “Il Pioniere” (e pubblicata poi in volume nel 1974), e insieme un brillante atto d’amore al testo ottocentesco che considerava – sono parole sue – scritto “in presa diretta con i ragazzi”.

Come lo scrittore di Omegna, così altri scrittori e illustratori non hanno resistito alla tentazione di scolpire sulla carta il loro Pinocchio, senza timori reverenziali ma anzi mantenendone intatto lo spirito sbarazzino. Una lista che, di anno in anno, proprio come il naso del burattino, si allunga sempre di più, autorizzando il lettore alle più svariate scorribande immaginative.

Da Luigi Malerba con il suo Pinocchio con gli stivali (anno di uscita 1977, ripubblicato da Mondadori nel 2023), passiamo per i celebri Pinocchio disegnati da Jacovitti o dalla matita di Max Bunker nel numero speciale n.14 di Alan Ford special, fino alle versioni di Chiara Lossani e Bimba Landmann (Jaka Book), alle interpretazioni di Arianna Papini (Fatatrac), di Roberto Innocenti (La Margherita), di Giusy Quarenghi e Nicoletta Costa (Giunti), di Roberto Piumini e Federico Penco (Oligo edizioni) o di Attilio (Lapis). C’è chi, persino, ha provato a tradurre il testo collodiano con il linguaggio delle faccine e dei simboli che oggi imperversano sui social: Pinocchio in Emojitaliano è del 2017.

Non mancano i testi che raccontano la storia da un punto di vista differente: pensiamo a  Mastro Geppetto di Fabio Stassi (Sellerio, 2021), alla versione a tinte cupe di Gianmarco Fumasoli e Francesco Dossena, Geppetto. Storia di un padre, Bugs Comics, 2019, o all’invettiva Contro Pinocchio (Einaudi, 2022) di Aurelio Picca. E sul fronte saggistico, l’elenco, volendo, è ancora più lungo. A riprova, naturalmente, della grande ricchezza di un classico come Pinocchio. La sfida, allora, diventa quella di trovare un taglio originale per dare al burattino, ancora una volta, inedita vita. Come Anna Vivarelli con All’osteria con Pinocchio. Le ricette di un burattino (Il Leone verde, 2005) dove, si mettono sotto i riflettori – così si legge nella presentazione – i “pasti inseguiti” e le “pietanze vagheggiate” che costellano il testo, quelli “sontuosi del gatto e la volpe”, quelli “pantagruelici del Pescatore Verde e di Mangiafuoco”, e quelli del burattino “irrealizzati ma sempre grandiosi”. L’esito? Da leccarsi i baffi…ma non solo.

Esondando in ambito televisivo e cinematografico, impossibile non pensare alla mini serie in cinque puntate Le avventure di Pinocchio firmata nel 1972 da Luigi Comencini con Andrea Balestri (Pinocchio), Nino Manfredi (Geppetto), Gina Lollobrigida (Fata Turchina), Franco Franchi (il Gatto), Ciccio Ingrassia (la Volpe), Vittorio De Sica (il giudice), Lionel Stander (Mangiafoco) e Domenico Santoro (Lucignolo); al film di Roberto Benigni del 2002 e, ovviamente, alle versioni animate firmate Walt Disney (1940) fino a quella realizzata in stop motion, originalissima (e pluripremiata), di Guillermo del Toro, del 2022, .

Un approfondimento a tutto campo del testo collodiano è contenuto nel recente La fabbrica di Pinocchio: Dalla fiaba all’illustrazione, l’immaginario di Collodi (Donzelli Editore, 2020) di Veronica Bonanni, ricercatrice e redattrice della rivista Hamelin. Punto di partenza: l’analisi del testo nato come un prodotto illustrato, pubblicato inizialmente a puntate fra il 1881 e il 1882 nel Giornale per i bambini, supplemento periodico del quotidiano Il Fanfulla, e solo dopo uscito in volume. L’indagine prende spunto da alcune questioni, cui tenta di fornire una risposta: come si inserisce, il testo collodiano, nella tradizione letteraria per ragazzi? E in che modo l’autore è riuscito a mettere a punto una operazione di svecchiamento rispetto al passato letterario?

Bonanni ci porta nel cuore stesso della creazione del romanzo, mostrando come il testo sia capace di sconfinare in generi diversi, a partire dal racconto fantastico, lo stesso che da pochi anni era stato importato da Oltralpe ad opera degli scapigliati, esplorando poi l’uso dell’elemento parodistico di mito e fiaba, quello, sapiente, dell’ironia e della comicità; il percorso intertestuale fatto di richiami e rimandi ad altri testi ben noti all’autore (da I racconti delle fate, ai cunti di Basile; dalle Metamorfosi di Ovidio fino alle immagini raffinate di Gustave Doré, per citarne solo alcuni) fino all’aspetto “eminentemente teatrale” (sono parole dell’autrice) del testo; dai continui cambiamenti interiori esplicitati in mutamenti nell’aspetto fino all’incontro a più riprese sperimentato dal protagonista con la morte.

Sì, perché Pinocchio, scrive Bonanni, è anche un “romanzo sulla morte” ma “nel solo modo in cui possono intenderla e accettarla i bambini: come presenza concreta o temporanea assenza, come passaggio a nuova vita”.

E dunque toccare argomenti universali e farlo ad altezza di bambino è la grande maestria di Collodi. Che, peraltro, pubblicava in una fase storica in cui la scuola elementare era resa da poco obbligatoria, e la visione pedagogica del tempo cominciava a imporre al centro dell’attenzione lo sviluppo della personalità dei più piccoli, come ci ricorda lo psichiatra Vittorino Andreoli nella sua riscrittura del capolavoro di Collodi.
Gli insegnamenti in Pinocchio li impartisce soprattutto la Fata Turchina, con modalità ai nostri occhi fin troppo dure, inappropriate. Bonanni non manca di sottolineare come questa figura si ponga “‘sullo stesso piano’ del burattino nel dispensare le punizioni” (cit.) Ma anche qui sta tutto il fascino di un testo senza tempo, in cui il piccolo lettore può partecipare insieme al protagonista di legno ad una avventura nel mondo che gli consente di vivere e sperimentare in presa diretta le conseguenze delle sue azioni.

“Pinocchio – scrive Bonanni – non riesce mai a individuare le cause specifiche che hanno portato a conseguenze disastrose, in gran parte ascrivibili alla sua ingenuità e dabbenaggine; semmai, arriva a riconoscere confusamente un legame fra disgrazia e disubbidienza, tra allontanamento dal padre o dalla Fata e disavventura”. E allora “i buoni consigli sono riconosciuti tali a posteriori non perché lui ne comprenda il senso etico, ma perché si rivelano avvertimenti utili a evitare le più grandi sciagure”. 

Quel che è certo è che il romanzo avventuroso che è insieme anche un romanzo di formazione ha un ritmo che non concede tregua al giovane lettore.

Del resto, anche il filosofo Giorgio Agamben in Le avventure di un burattino doppiamente commentate e tre volte illustrate” (Einaudi 2021) sottolinea proprio come la lezione del burattino stia nel fatto che “la natura umana che le gerarchie grillesche vorrebbero compenetrare alla sua indole selvatica non è che un travestimento o una guisa che Pinocchio può togliersi in ogni istante di dosso”. E che, ovviamente, il protagonista adotta più e più volte per scappare sempre in avanti, a perdifiato. Fino al finale “controverso” del romanzo , cambiato rispetto alla prima versione in cui trovavamo il burattino impiccato ad un albero ad opera del Gatto e della Volpe. Nel nuovo finale, che tutti conosciamo, Pinocchio ormai bambino guarda il Pinocchio burattino (e dice: “com’ero buffo, quand’ero un burattino!”): un the end in cui si sono riversati fiumi di inchiostro. Si è trattato di una trasformazione? Di uno sdoppiamento? Della morte del burattino? Oppure, come suggerisce Agamben, di un sogno?

Bonanni, con sintesi eloquente, parla di un “gioco a nascondino finale tra le due identità sdoppiate”.  Che piace ai bambini. Collodi, del resto, che conosceva bene il giornalismo umoristico, aveva trovato proprio nella scrittura per l’infanzia una strada per valorizzare la sua creatività: “nello spazio liberatorio della fiaba – ha scritto Antonio Faeti in Guardare le figure. Gli illustratori italiani dei libri per l’infanzia (Donzelli, 2021)  le contraddizioni potevano convivere, e un intimo intricato patrimonio di suggestioni e di figure, esprimersi finalmente e liberamente”.

Infine, se è vero che la bugia è intimamente legata alle faccende letterarie, Pinocchio anche oggi può essere per noi un utile mentore, che ci consiglierebbe senza dubbio, tra gli altri, il libro Di bugia in bugia. Tra le pagina di narrativa per bambini e ragazzi (Pacini Editore, 2020) di Chiara Lepri o La letteratura come menzogna (Adelphi, 2004) di Giorgio Manganelli, autore anche dello splendido Pinocchio, un libro parallelo (Adelphi, 2002).

Insomma…buone bugie a tutti!

 

La bibliografia che segue è certamente parziale, e non esaurisce tutto quello che è stato scritto su Pinocchio, ma può costituire comunque un buon punto di partenza per approfondire i mille volti del burattino e del suo mondo, fuori e dentro le pagine.

 

Una bibliografia che si allunga

Chiara Lepri – Di bugia in bugia. Tra le pagina di narrativa per bambini e ragazzi. Pacini Editore, 2020
Maria Bettetini – Breve storia della bugia. Da Ulisse a Pinocchio. Raffaello Cortina, 2001
Andrea Tagliapietra – Filosofia della bugia. Figure della menzogna nella storia del pensiero occidentale, Bruno Mondadori, 2008
Luigi Anolli – Mentire, Il Mulino, 2003
Claudio Widmann – Pinocchio siamo noi. Saggio di psicologia del narcisismo, Magi Edizioni, 2015
Giorgio Manganelli – Pinocchio, un libro parallelo, Adelphi, 2002
Giorgio Manganelli – La letteratura come menzogna, Adelphi, 2004
Veronica Bonanni – La fabbrica di Pinocchio: Dalla fiaba all’illustrazione, l’immaginario di Collodi, Donzelli, 2020
Giorgio Agamben – Pinocchio: Le avventure di un burattino doppiamente commentate e tre volte illustrate, Einaudi, 2021
Anna Vivarelli – All’osteria con Pinocchio. Le ricette di un burattino, Il Leone verde, 2005
Vittorino Andreoli, Pinocchio, Bur, 2019
Andrea di Martino, Pinocchio. Figura del mito, Mimesis, 2024
Pinocchio, un bugiardo di successo, a cura di Matteo Luteriani, La nave di Teseo, 2023
Savino Roggia, Pinocchio ritrovato: La forza di riconoscersi burattino, Tecniche Nuove, 2016
Giacomo Biffi, Contro Mastro ciliegia – Commento teologico a “Le avventure di Pinocchio”, Jaka Books, 2023
Luciano Curreri, “Play it again”, Pinocchio. Saggi per una storia delle “pinocchiate”, Moretti & Vitali, 2017
Giorgio De Rienzo, Pinocchio, uno, due, tre, Aragno, 2010
Piero Dorfles, Le palline di Zucchero della Fata Turchina – Indagine su Pinocchio, Garzanti, 2018
Emilio Garroni, Pinocchio uno e bino, Laterza, 2010
Angela Sacco, Pinocchio segreto. Studio e meditazione di un capolavoro, Gruppo Albatros Il Filo, 2012
Pinocchio in volo tra immagini e letterature, a cura di R. Dedola e M. Casari, 2008
Rossana Dedola, Pinocchio e Collodi, Mondadori, 2002
Paolo Ciampi, Il babbo di Pinocchio, Arkadia, 2023
Rodolfo Tommasi, Pinocchio. Analisi di un burattino, Sansoni, 1992
Renato Bertacchini, Collodi narratore, Nistri-Lischi, 1961
Filippo Canali, Nicola Rilli, Carlo Collodi Lorenzini. Un comunicatore nel XIX secolo – Pinocchio in casa sua. Da Firenze a Sesto Fiorentino. Realtà e fantasia di Pinocchio, Apice Libri, 2016
Gianpaolo Borghello, Pinocchio, Attila e oltre. Viaggiando fra Pinocchio e Cuore, Marsilio, 2022
Gianfranco Barsotti, Il Bestiario di Pinocchio, Edizioni Erasmo, 2012
Infinito Pinocchio. Nel legno l’anima viva del burattino senza fili, a cura di Matteo Luteriani, Luigi Sansone, Giuseppe Langella, Luni Editrice, 2015
Antonio Faeti, Guardare le figure. Gli illustratori italiani dei libri per l’infanzia Nuova ed., Donzelli, 2021
Alfonso Cipolla e Giovanni Moretti, Storia delle marionette e dei burattini in Italia, Titivillus, 2011
Aurelio Picca, Contro Pinocchio, Einaudi, 2022
Valentino Baldacci, Andrea Rauch – Pinocchio e la sua immagine, Giunti Editore, 2006
Collodi e Grisostomo, ill. Sto (rist. anast. Novara, 1948), De Agostini, 2018
Federico Penco, Roberto Piumini, Pinocchio. Disegni e stornelli sulla favola più amata, Oligo, 2020
Fabio Stassi, Mastro Geppetto, Sellerio, 2021
Gianmarco Fumasoli e Francesco Dossena, Geppetto. Storia di un padre, Bugs Comics, 2019
Luigi Malerba, ill. Giulia Orecchia – Pinocchio con gli stivali, Mondadori, 2023
Le avventure di Pinocchio – Carlo Collodi visto da Lorenzo Mattotti, Bompiani, 2019
Attilio Cassinelli, Pinocchio, Lapis, 2020
Giuseppe Caliceti, Gaia Stella – In ogni Pinocchio, TopiPittori, 2016
Francesca Chiusaroli – Pinocchio in emojitaliano, Apice Libri, 2017
Povero Pinocchio – Giochi linguistici di studenti bolognesi al Seminario di scrittura, a cura di U. Eco, Franco Cosimo Panini, 1995
Iris Bonetti, Enzo Venezia – Bugie e verità di Pinocchio, Edizioni Piuma, 2017
Rosario Esposito La Rossa, ill. Vincenzo Del Vecchio, Lucignolo. Storia di un bambino diventato burattino, Einaudi Ragazzi, 2021
Andrea Camilleri e Ugo Gregoretti, Pinocchio (mal) visto dal Gatto e la Volpe, Giunti, 2016
Carlo Collodi e Massimiliano Frezzato, Pinocchio, Lavieri, 2016
Chiara Lossani e Bimba Landmann, Pinocchio, Jaca Books, 2024
Pinocchio e Mangiafoco, a cura di Nicoletta Codignola, ill. Sophie Fatus, Fatatrac, 2014
Gianni Rodari, La filastrocca di Pinocchio, Einaudi Ragazzi, 2011
Andrea Rauch, ill. Guido Scarabottolo, Pinocchio. Le mie avventure, Gallucci, 2016
Alice Rovai, Pinocchio, Giunti Editore, 2019
Giusi Quarenghi e Nicoletta Costa, Il mio Pinocchio, Gunti Kids, 2013
Alessandro Bilotta, ill. Emiliano Mammuccari, Povero Pinocchio. Storia di un bambino di legno, Star Comics, 2019
Silvano Agosti, Il ritorno di Pinocchio, Salani, 2010
Pinocchio di Collodi illustrato da Jacovitti, Stampa Alternativa, 2011