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La recensione del volume della studiosa Giorgia Grilli Di che cosa parlano i libri per bambini, un inedito e interessante punto di vista sull’essenza più profonda delle storie rivolte ai più piccoli, ma che parlano al cuore di tutti.

Per parlarci di letteratura per l’infanzia, la studiosa Giorgia Grilli nel suo libro Di cosa parlano i libri per bambini (Donzelli, pp. 320) parte da lontano. Il suo sguardo si posa sulle antiche origini del nostro bisogno di raccontare storie e ci racconta una verità molto interessante. L’impulso a raccontare è insito nell’essere umano, fin dall’inizio dei tempi, e probabilmente è stato codificato nel nostro cervello durante il processo evolutivo. Ma da cosa nasce questo impulso e cosa lo collega alla letteratura per l’infanzia? Con il passaggio a Homo Sapiens, spiega la professoressa Grilli, è avvenuto uno strappo rispetto all’originario stato di natura in cui gli esseri umani vivevano. Prima di quel passaggio, la loro esistenza era infatti caratterizzata da una fusione con tutte le altre forme di vita, percependo sé stessi come uno dei tasselli dell’universo. Diventare Sapiens ha comportato, tra le altre cose, lo sviluppo di una coscienza di sé come ‘altro’ rispetto al resto del cosmo. E, in parallelo, si sono sviluppate anche le capacità e i mezzi per dominare l’ambiente. Tutto questo ha favorito la nascita di un senso di superiorità rispetto alla Natura, a cui gli esseri umani non si sentivano più legati. Ma il ricordo dell’appartenenza a un Tutto è sopravvissuto a livello inconscio, affiancando il pensiero razionale. Proprio questo ricordo ha spinto l’umanità a trovare modi poetici e metaforici per rievocare l’antico radicamento al flusso della vita.

Di cosa parlano i libri per bambini

Il bisogno di raccontare storie nasce, quindi, dal ricordo di un’unione profonda tra noi e l’intero universo, quando nessuna barriera ci separava dal resto dell’esistente e riuscivamo a percepire l’appartenenza al cosmo e a dare un senso pieno alla vita. La letteratura, evoluzione scritta del racconto, consente di far viaggiare le storie ovunque e velocemente, ma tra i vari tipi di letteratura quella ‘per l’infanzia’ possiede una particolarità che la rende un’eccezione nel panorama culturale.

I libri per bambini, quelli buoni, che davvero possiamo definire a pieno titolo “Letteratura per l’infanzia”, contengono un messaggio che arriva da molto lontano. Al di sotto della loro trama e superficie, custodiscono immagini poetiche che non appartengono a nessun’altra letteratura. Le loro potenti metafore sono una luce sul nostro passato dimenticato perché ci ricordano quel che abbiamo smesso di sapere: noi apparteniamo a un unico Tutto.

La dicitura ‘per l’infanzia’ non è dunque riferita soltanto al target di lettori bambini, ma soprattutto alla dimensione esistenziale di ogni essere umano, la dimensione intima che ci collega al periodo in cui vivevamo connessi con la Natura e quella connessione dava senso all’esistenza.

La buona letteratura giovanile, conclude Giorgia Grilli, ci impone di fermarci, di valutare i limiti della contemporaneità, ci riporta alla dimensione sensoriale e sentimentale, e utilizza un’occasione filosofica per farlo: l’infanzia. Sì, perché l’infanzia non è soltanto una fase anagrafica della vita, ma è soprattutto una dimensione della mente e dello spirito, l’unica dimensione che consente di esplorare a fondo la realtà intorno a noi e di comprenderla nella sua essenza.  Nella letteratura per l’infanzia il poetico si mescola con il biologico, come sostengono anche gli studiosi Christopher Booker e Michele Cometa. I racconti cosiddetti ‘per l’infanzia’ ci parlano della nostra origine biologica e poetica e, grazie a questo intreccio, ci aiutano a mettere in discussione l’ordine costituito per non farci trascinare acriticamente dalla corrente.

Ecco perché i buoni libri per bambini non sono soltanto per bambini, ma si rivolgono a ciascuno di noi, a qualunque età, aiutandoci a porre domande inedite, a volte persino disturbanti.

Attraverso la dimensione del sogno e l’uso sapiente della metafora, ci aiutano a respingere la posizione egocentrica in cui siamo arroccati da millenni e spalancano il nostro sguardo in una visione più ampia, libera e autentica.

Rosa Tiziana Bruno