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logo fieraLunedì 4 aprile 2016, la Sala Intermezzo della Fiera della Letteratura per ragazzi di Bologna, era pienissima e molte persone erano in piedi.

Il tema era di quelli ineludibili. Dai bambini agli adolescenti, dalle fiabe ai diritti. In queste parole leggiamo il profondo cambiamento avvenuto in questi ultimi 25 anni nel campo dell’editoria multiculturale per ragazzi. Oggi la questione dell’interculturalità deve necessariamente legarsi a quelle della cittadinanza, della convivenza, del confronto.

In questi mesi assistiamo in diretta al dramma dei migranti: naufragi, morti in mare e un vagare contro confini chiusi verso mete sconosciute. Esodi vissuti con maggiore drammaticità da parte di bambini e adolescenti, costretti spesso ad affrontare da soli questa esperienza devastante che può e deve trasformarsi in un nuovo inizio. In che modo la letteratura per ragazzi riesce a dar conto di tutto questo? In che modo sceglie di raccontarlo? Questo è il tema della tavola rotonda organizzata e curata dall’Associazione Italiana Scrittori per Ragazzi – ICWA (Italian Children’s Writers Association).

Erano presenti come relatori:

Della Passarelli della Casa Editrice Sinnos

Fanuel Hanan Diaz, critico letterario sudamericano e responsabile dell’area ragazzi dell’Editore Norma

Fuad Aziz, artista e scrittore iracheno

Vinicio Ongini del MIUR esperto di educazione interculturale.

A moderare l’incontro Vichi De Marchi, scrittrice e socia ICWA, ma anche portavoce per l’Italia del World Food Program delle Nazioni Unite.

La scrittrice Anna Lavatelli, fra le organizzatrici della tavola rotonda, ha aperto l’incontro con la poesia A Zacinto di Ugo Foscolo, che affronta proprio il tema dell’esilio e della nostalgia della propria terra che sembra preludere al dramma degli esuli dei nostri giorni.

Vichi De Marchi, per iniziare, ha evidenziato che, secondo l’ONU, oggi stiamo assistendo al secondo più grande esodo migratorio della storia dalla seconda guerra mondiale. Il primo è stato quello della seconda metà dell’800 e vedeva protagonisti noi italiani, nel ruolo di migranti. Attualmente ci sono 800.000 bambini in Italia che sono arrivati da lontano, e che vivono fra due mondi, e fra due culture; la metà sono nati nel nostro paese.

La letteratura per ragazzi non può dunque non affrontare questo tema e non rendere protagonisti dei nostri racconti anche i bambini provenienti da altre culture, da altri mondi. I racconti di migranti sono oggi di assoluto rilievo nella letteratura per ragazzi e gli scrittori sentono che la responsabilità della narrazione della migrazione è affidata anche a loro.

Fuad Aziz, scrittore, pittore, artista completo, fuggito dalla sua Baghdad in età giovanissima ha raccontato la sua prima impressione di migrante sfuggito alla persecuzione, la sua incredulità per la differenza dei due mondi, quello da cui era scappato e quello che l’ha accolto, era ancora visibile nei suoi occhi: “Ricordo – ha raccontato – quelle 4 ore di vita che cambiarono il mio mondo. Avevo lasciato un mondo diverso, completamente differente. Lì c’era la guerra e le ingiustizie, qui si viveva, e si vive tutto sommato, con la speranza dentro gli occhi. È questo sviluppo disuguale, dentro cui conta solo lo sviluppo economico dei più potenti, che ha portato le persone a dover abbandonare le proprie case. Nessuno è felice di andare via dal luogo delle radici. E allora investiamo nei bambini, educhiamoli all’arte e alla cultura, non perché diventino grandi artisti, ma perché siano persone speciali. E raccontiamo loro la migrazione e la diversità. Mi accompagna da sempre una frase del Che: “bisogna essere forti senza mai perdere la tenerezza, è un augurio per tutti i bambini”.

Fanuel Hanan Diaz è venezuelano ma vive in Colombia. Il paese, ha detto Fanuel, sta attraversando un momento storico particolare, di difficile riconciliazione fra guerriglia e istituzioni. Difficile individuare con certezza buoni e cattivi, le sfumature ingannano. Ed è arrivata l’ora di narrare ai bambini ciò che è accaduto nel loro Paese. Il critico ha poi raccontato che tutto il continente latinoamericano ha sempre vissuto forti contrasti sociali: ciò ha innescato un flusso migratorio continuo verso gli Stati Uniti e in parte in Europa. Diaz ha anche ricordato che nei primi anni del secolo scorso i migranti andavano in senso contrario: dopo l’Argentina, è il Venezuela ad avere la colonia più grande di italiani. “Oggi la letteratura per ragazzi racconta anche da noi il punto di vista dei bambini nella migrazione. I viaggi verso luoghi sconosciuti accanto ai genitori sono raccontati con gli occhi dei piccoli. Prima erano gli invisibili. Eppure tantissimi erano resi schiavi, erano uccisi, erano torturati. Le sofferenze dell’infanzia nelle migrazioni è altissima. Oggi finalmente la letteratura li sta facendo uscire dal guado dell’invisibilità”.

Vinicio Ongini ha raccontato di come, nella sua altrettanto lunga carriera, ha sempre cercato di guardare dentro le statistiche per dare voce e identità ai numeri. “In 25 anni – ha detto – ho visto le classi diventare sempre più multietniche e nelle classi di oggi, molti bambini sono diventati immigrati di seconda generazione. Parlano romano, genovese, palermitano, napoletano. Nel 1990 ricordo la costruzione del tunnel sotto La Manica. Guardavo a essa come a un ponte che metteva in comunicazione mondi differenti e oggi invece a Calais, nessun ponte, solo ghetti e disperazione. E fili spinati. Una grande sconfitta”.

La letteratura per ragazzi, secondo Ongini, dovrebbe rivolgere attenzione alla fantastica normalità, non solo al dolore e alla fuga, ma a quello che i migranti e le persone di buona volontà hanno costruito, malgrado le istituzioni. Nonostante le istituzioni. Soprattutto nelle scuole. “E allora raccontiamola anche con ironia, con gioia la loro splendida normalità, la loro avvenuta integrazione che pure c’è. Perché l’84% dei bambini nelle nostre scuole d’infanzia sono nati in Italia”.

Della Passarelli della Sinnos ha ricordato che la casa editrice ha compiuto 25 anni e che sono stati pionieri della letteratura sull’integrazione, con una collana, I mappamondi. “È vero, oggi il cambiamento sulla percezione delle migrazioni è preoccupante rispetto a quegli anni – ha detto Della – non siamo più in grado di provare empatia, di dire Mi Riguarda. Ma detto questo noi dobbiamo reagire e la letteratura deve essere ancora e sempre apripista nell’avere uno sguardo diverso, che faccia riflettere, ma non in modo convenzionale perché noi parliamo ai bambini. Gli insegnanti fanno miracoli per nutrire le teste dei nostri figli. E allora dobbiamo fornirgli strumenti attuali, non desueti, diamogli anche letture più leggere: facciamo graphic novel, fumetti, cominciamo a farli accostare anche attraverso storie trasgressive e ironiche. Attenzione a quella letteratura che narra le storie dei migranti con toni edificanti. Sono deleterie e noiose. Facciamo qualcosa che conservi la magia della grande letteratura, raccontiamo storie che abbiano il gesto potente della bellezza”.

Dal pubblico presente, Chiara Ingrao, scrittrice ICWA, ha portato una sua testimonianza, raccontando di come ha scritto una storia (Habiba la magica) in cui l’eroina ha una cultura d’origine diversa, ma racconta di sé per dire che si sente più di tutto una tifosa della Roma. Non più straniera, ormai, anche nel modo di parlare e di vivere.

In chiusura, si è ribadito che la letteratura per ragazzi può incoraggiare l’empatia e la tolleranza, raccontando i migranti non più solo come vittime da compiangere, e nemmeno presentando storie pedagogiche, in cui ci sono i ‘buoni’ opposti ai ‘cattivi’. La sfida potrebbe essere quella di lavorare di più sui contesti e mettere in luce le sfumature dei processi di integrazione, uscendo anche dalle dicotomie, alla ricerca di storie in cui le identità non siano qualificabili solo con la nazionalità d’origine, ma plurime, per cui sia possibile disegnare narrativamente le aree di appartenza condivise.

Durante la tavola rotonda è stato distribuito un elenco dei libri, pubblicati dagli autori ICWA, sul tema dei migranti e dell’intercultura, che potrà essere utile per scuole, biblioteche, centri culturali in Italia e all’estero.

Si ringraziano Daniela Palumbo e Anna Lavatelli per la stesura di questo resoconto.