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Il contributo di Miriam Bornengo (alla quale rinnoviamo le nostre congratulazioni) inizia così: il mio lavoro di tesi, accompagnato dal sostegno della relatrice Ilaria Mattioni, è frutto di un percorso intenso e appassionante nel campo della letteratura per l’infanzia dal titolo: “Raccontare per crescere, il contributo dell’associazione ICWA e del suo Progetto Scampia Storytelling alla formazione identitaria e all’apprendimento nei bambini.”

Non è casuale la scelta di dedicare il mio studio alla narrazione e al suo impatto sul processo educativo nei bambini, anzi essa nasce da motivazioni profonde e articolate, che si intrecciano sul piano accademico e personale. Fin da bambina, infatti, la letteratura e le storie hanno avuto un ruolo centrale nella mia vita, rappresentando non solo un passatempo, ma un veicolo di conoscenza e una fonte di costruzione identitaria. Intraprendendo poi il percorso universitario in Scienze della Formazione Primaria ho cominciato a domandarmi se la narrazione fosse così impattante solo per me o se, in quanto futura docente, potessi fare della narrazione uno strumento centrale della mia didattica. In questo contesto, ho ritenuto cruciale esplorare l’Italian Children’s Writers Association (ICWA), che pone al centro della propria missione proprio la promozione della narrativa e delle storie per l’infanzia.

Nel mio lavoro di tesi ho adottato un approccio di tipo qualitativo. La mia analisi si è avvalsa di riferimenti teorici di autori di rilievo nel campo della narrazione educativa, quali Jerome Bruner e Bruno Bettelheim, andando a definire un quadro teorico di riferimento, in seguito integrato con lo studio delle pratiche concrete e dei progetti dell’ICWA. Fondamentale, nello studio dell’associazione, è stato il contributo dei membri stessi, che con grande generosità hanno condiviso le proprie esperienze, idee e riflessioni.

Il nucleo fondante della mia tesi si è concentrato quindi sull’esplorazione approfondita dell’ICWA: la sua storia, i suoi obiettivi, i suoi valori e i suoi progetti.

Uno degli aspetti su cui mi sono particolarmente soffermata e che mi preme sottolineare è l’adesione di ogni socio a principi e valori ben specifici, primo fra tutti la responsabilità etica e politica, che ogni autore assume nei confronti dei giovani lettori presentando loro, attraverso le proprie storie e racconti, un mondo accogliente e aperto, che lotti il più possibile contro qualsiasi forma di discriminazione e censura.

Inoltre, ho analizzato i molti progetti curati dall’associazione, quali i libri collettivi e le varie proposte di formazione offerte, tra cui anche quelle nelle sedi universitarie con i futuri docenti della scuola dell’infanzia e primaria, contesto nel quale ho conosciuto ICWA, me ne sono incuriosita e ho deciso di dedicare la mia tesi a questa realtà.

In particolare, mi sono focalizzata sul progetto Scampia Storytelling – Festival delle Periferie, analizzandone l’impatto sulle esperienze educative e sulle pratiche didattiche delle scuole partecipanti. Questo progetto, rivolto alle periferie del nostro Paese, rappresenta un esempio virtuoso di come la narrazione possa trasformare contesti difficili in luoghi di riscatto e rivincita sociale. Ho avuto l’opportunità di partecipare all’edizione ligure del progetto del 2023, assistendo in modo attivo e curioso agli incontri tra Sofia Gallo e alcune classi dell’Istituto Biancheri di Ventimiglia, e agli incontri tra Marino Muratore e le classi dell’Istituto Barabino di Genova: lezioni centrate sulla parola, sulla condivisione di vita personale, sulla partecipazione a giochi di tipo narrativo.

Gli studenti si sono dimostrati curiosi di comprendere come funziona il processo creativo di scrittura, si sono messi in gioco in modo appassionato. Sono stati incontri basati sulle storie e sulle risate. Al termine dei quali, ho anche raccolto preziose testimonianze dei docenti che hanno accompagnato le proprie classi, attraverso questionari che hanno arricchito il mio lavoro di ricerca, evidenziando la bellezza e la potenza di questi incontri e fornendo possibili proposte di miglioramento.

Le conclusioni del mio lavoro evidenziano come, in un contesto educativo sempre più orientato alla didattica inclusiva e alla valorizzazione delle diversità, l’approccio narrativo si rivela uno strumento prezioso per stimolare la creatività, favorire l’empatia e promuovere la riflessione critica. La narrazione offre ai bambini l’opportunità di esplorare mondi immaginari, confrontarsi con situazioni complesse e rafforzare il proprio senso di identità. Da un punto di vista didattico essa presenta un grande potenziale nel creare un clima piacevole e inclusivo in classe, trasformando l’aula in uno spazio di condivisione e scoperta.

La narrazione quindi non è solo un mezzo per trasmettere conoscenze, ma un veicolo per diffondere valori fondamentali quali l’inclusione, il rispetto reciproco e la valorizzazione della diversità, valori incarnati e diffusi   dall’Italian Children’s Writers Association che ringrazio per l’esperienza vissuta e perché rimarrà per me un modello per creare un ambiente educativo che rispecchi la complessità della società contemporanea, ma anche la sua ricchezza, per aiutare i giovani lettori e studenti ad essere cittadini attivi del proprio presente e del proprio futuro.