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Un libro, una storia (tante storie), un’autrice pilastro della letteratura per l’infanzia italiana (e un concorso): Vanna Cercenà viene ricordata da Roberto Morgese attraverso uno dei suoi libri più noti e premiati.

ICWA quest’anno ha bandito il primo concorso interno per soci sostenitori dedicato alla grande scrittrice Vanna Cercenà, che è stata co-fondatrice dell’Associazione. Ho rispolverato dalla memoria la lettura delle sue opere, affrontata diversi anni fa come insegnante che curiosa dento ai libri che inserisce nella propria biblioteca di classe, ed ho voluto aggiungere questo gioiello, che non avevo mai aperto. È una trama semplice, con una struttura da fiaba che la avvicina a qualunque lettore e lettrice: narra di una bambina relegata, suo malgrado, in una sorta di gabbia e il suo processo di liberazione grazie a un coetaneo. Quanto un’impalcatura di questo genere possa diventare avvincente e attuale lo si può scoprire soltanto leggendo Non piangere, non ridere, non giocare (Lapis), un’opera altamente premiata, un best seller dell’infanzia.

Siamo in Svizzera negli anni ‘70, nel periodo, purtroppo ricorsivo, in cui il paese dei Cantoni si interroga sull’accettazione o meno degli immigrati (tanti italiani!) e delle loro famiglie. La loro integrazione, viene messa in secondo piano rispetto allo sfruttamento della semplice manovalanza. Insomma, operai e braccianti sì, cittadini no. Le vicende di Teresa e di Paul, lui svizzero di buona famiglia, lei italiana, nascosta in una soffitta dalla madre per evitare il rimpatrio, ci dicono che i sentimenti non hanno bandiere nazionali. L’amicizia nasce al di là degli steccati culturali e dei confini geografici o linguistici.

Questo è pane per bambini e bambine che crescono in una società multietnica, in continua trasformazione.
Il rapporto allegro e sincero tra i due, si intreccia con una rischiosa avventura di rapimenti e riscatti, in cui gli
animali, specchio dell’infanzia, diventano simpatici protagonisti. Ma la storia assume anche un respiro più
ampio, di carattere sociale, civile, persino politico. È uno dei tratti che caratterizza la produzione letteraria di
Vanna Cercenà, che qui ritroviamo in modo fedele ma allo stesso tempo romanzato. Si tratta del referendum
sulla legalità rispetto agli ingressi e alla permanenza dei migranti in Svizzera.

Quanta attualità in questi passaggi! La trasposizione rispetto alle attuali politiche europee e italiane (a volte
feroci) nasce spontanea. Quanti spunti di riflessione anche per gli adulti. Il libro offre quindi a giovani lettori e
lettrici la possibilità di assumere una propria posizione critica sul tema. Non è questo che deve fare la “nostra” buona letteratura?

Infine la scrittura in sé. Chiara, diretta, accattivante e ricca ma senza inutili fronzoli, senza vuota ricercatezza.
I personaggi sono ben dipinti. Le descrizioni di persone, animali e ambienti, persino delle cose sono capaci di
proiettare dentro di noi immagini reali.

Non è una ricorrenza, né un decennale, è solo l’occasione per prepararsi all’evento di premiazione (occhio al
calendario eventi dell’Associazione!) del Concorso per soci sostenitori organizzato da ICWA intitolato a Vanna
Cercenà. Abbiamo grandi esempi letterari ai quali ispirarci, non dimentichiamoli.