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I Ribelli del Mussa DaghSe, come me, siete catturati da temi di carattere storico e civile, non per il puro gusto della cronaca bensì per la voglia di capire i fatti del passato attraverso la vicenda delle persone, allora vi suggerisco la lettura di “I ribelli del Mussa Dagh” di Fulvia Degl’Innocenti. Vi si narra un tratto, condensato, della sciagura del popolo armeno a opera dei Turchi nel 1915. L’episodio raccontato, che è verità storica, ha un epilogo fortunatamente positivo, e non sfocia in uno dei troppi massacri di quel popolo oppresso (oppressione mai ufficialmente riconosciuta dagli esecutori).

Il giovane armeno Narek ama studiare e ha delle doti. Grazie agli sforzi dell’umile famiglia di provenienza, Narek va ad Antiochia per frequentare un istituto superiore. Ma il solito becero nazionalismo, che tende a schiacciare le minoranze, arriva fin dentro la scuola e mette ingiustamente al bando il ragazzo. Gli Armeni sono pretestuosamente additati come traditori. Per loro è l’inizio della fine, della persecuzione.

Tornato al villaggio, Narek partecipa all’esodo della sua gente verso il monte Mussa Dagh, dove i rifugiati organizzano una strenua resistenza contro il potente esercito turco. Poi la vicenda, narrata in modo asciutto ma intenso, prosegue fino a condurre i perseguitati ad una via di salvezza e Narek è uno degli artefici. È così, Narek, come sulla copertina del libro. Uno che non sta semplicemente a guardare, ma che veglia e sorveglia, che prende parte, che indica strade e alternative, rischiando in prima persona.

Scrivo questa breve recensione nel momento in cui un altro popolo, quello ucraino, è sotto il tiro delle armi di un altro spietato oppressore. “I ribelli del Mussa Dagh” è un romanzo particolarmente adatto alla lettura in questo periodo di prevaricazione militare. Narek, raccontandoci la sua storia, ci insegna che non possiamo stare semplicemente a guardare, ma che dobbiamo indicare i percorsi migliori per la salvezza di chi viene ingiustamente attaccato e oppresso.