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Gabriel Clima e Cristina Petit hanno tenuto una lezione agli studenti di Scienze dell’educazione nel corso del professor Angelo Nobile. Continua la sinergia tra la nostra associazione e gli atenei italiani, per fare incontrare il mondo accademico con quello degli scrittori per ragazzi.

di Fulvia Degl’Innocenti

climapetitGli scrittori di Icwa sono di nuovo entrati nelle aule universitarie, anche se virtualmente.

Il 9 marzo Cristina Petit e Gabriele Clima hanno tenuto una lezione agli studenti del corso di letteratura per l’infanzia tenuto dal prof. Angelo nobile nella facoltà di Scienze dell’educazione dell’Università di Parma.

L’incontro è durato due ore durante le quali si sono avvicendati gli interventi dei due autori, inframezzati dalle domande degli studenti.

 

la provaCristina Petit, dopo aver esposto alcuni tratti del lavoro di scrittrice, illustratrice e insegnante, è andata a individuare le caratteristiche dei vari libri secondo le fasce d’età e lo sviluppo psico-fisico del bambino.

Cruciale è stato il concetto di responsabilità che unisce l’ambito scolastico e quello della scrittura per l’infanzia come fosse un ponte dal quale si guarda gli stessi bambini. Si è poi soffermata sui criteri di accessibilità di testo e immagine nei cartonati e negli albi illustrati facendo esempi dettagliati e leggendo libri del panorama editoriale italiano ed estero.

Si è poi concentrata su concetti come coerenza, anticipazioni, rispetto, della difficoltà di rendere concreto l’astratto e di permettere al piccolo lettore di essere efficace durante la lettura, anche autonoma, dei primissimi libri. Per lettura autonoma, si intende lettura delle immagini e del contesto grazie ad elementi sapientemente organizzati e costruiti all’interno del libro.

bimboleoneGabriele Clima ha parlato brevemente del suo lavoro come scrittore, illustratore, editore e formatore, cosa che mi ha consentito di mostrare quattro modi diversi e complementari di lavorare su un’unica materia, cioè la letteratura per l’infanzia. È poi passato a esporre alcuni concetti alla base del suo lavoro: il l pensiero magico, di come lavora nei bambini e nella letteratura, e dei due principi di base del pensiero razionale che lo soppianta dopo la prima infanzia (principio di non-contraddizione e principio di causa-effetto). Ha fatto quindi un piccolo affondo su Berlyne e sui quattro tipi di curiosità, soffermandomi sulla curiosità epistemica (la più importante, io credo, per chi lavora con l’infanzia), che è tipica dei bambini e che è servita per mostrare quale modo di procedere lo sviluppo del pensiero del bambino ha in comune con l’azione conoscitiva in qualunque campo dell’agire adulto, scienza, arte, filosofia e, appunto, letteratura.

Quindi ha affrontato i due modi con cui, secondo Bruner, avviene la conoscenza della realtà sensibile (pensiero logico e pensiero narrativo, a cui ha legato il pensiero magico esposto all’inizio) e quelle che per Gardner – allievo di Bruner – sono le due più importanti intelligenze, interpersonale e intrapersonale, per mostrare come la letteratura, specialmente quella per l’infanzia, alimenti da una parte quelle due intelligenze, e dall’altra unisca i due modi (logico e narrativo) del pensiero conoscitivo.

Il tutto poi esemplificato attraverso la lettura di cartonati e albi per mostrare i meccanismi contenuti al loro interno, letterari, iconografici e editoriali (quindi anche cartotecnici nel caso di Coccinella) alla luce di quanto detto prima. Tra i suoi albi si è soffermato sul Bimboleone e altri bambini, che ha dato l’opportunità di mostrare come un albo illustrato possa parlare a infanzia e mondo adulto lavorando sul terreno comune che fra i due esiste, ingaggiando la ‘domanda necessaria’ nei bambini (con un aggancio al lavoro di Danilo Dolci) e insieme illuminando alcuni aspetti del ruolo chiave che noi adulti abbiamo nell’accompagnare l’infanzia nel suo sviluppo.

Molto soddisfatto il professor Angelo Nobile che così ha commentato: «Entrambi gli incontri sono stati fruttuosi e hanno suscitato il vivo interesse degli studenti, risultando utili per la loro futura attività professionale, che nel caso degli iscritti al nostro indirizzo del corso di laurea in Scienze dell’educazione si eserciterà prevalentemente all’interno di strutture che accolgono bambini nell’età della prima e della seconda infanzia. Entrambi gli scrittori ci hanno fornito un modello e un esempio di perfetta dizione; di entrambi, accanto alla qualità della loro produzione, è stato particolarmente apprezzato l’impegno a favore della “diversità” estesamente intesa e per una cultura dell’accoglienza e dell’inclusione, nel ripudio di stereotipi e pregiudizi.
I due incontri si sono inseriti armonicamente nel taglio eminentemente socio-psico-pedagogico e didattico con cui declino l’insegnamento della materia»